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Martedì 22 ottobre, l'inaugurazione, al Museo dei Brettii, della mostra "Cosenza, un tesoro di città, dipinta da Antonio Sciacca"

cosenza, un tesoro di città
21 ott 2013

“Cosenza, un tesoro di città, dipinta da Antonio Sciacca” è il titolo della mostra che si inaugura domani, martedì 22 ottobre, alle ore 18,00, al Museo dei Brettii e degli Enotri, alla presenza del Sindaco Mario Occhiuto. Il vernissage della mostra, promossa dal Comune di Cosenza con l’assistenza organizzativa della Galleria d’Arte Marano, sarà preceduto dalla presentazione del critico d’arte Tiziana Vommaro.
La gestazione delle opere che costituiscono l’asse portante della mostra (resterà in città fino al prossimo 23 novembre) ha preso le mosse dalla richiesta avanzata dal Sindaco Occhiuto al siciliano Antonio Sciacca, uno dei nomi più importanti dell’arte figurativa italiana, di raccontare la città di Cosenza, cogliendone gli aspetti che profumano di storia e di cultura, ma anche quelli più insoliti.
Sciacca ha realizzato 40 opere di grandi dimensioni in cui racconta la sua Cosenza. Una città che vive anche di notte ed in cui i giochi di luce che la colorano accompagnano i giovani che si recano nei numerosi locali del centro storico o cullano le romantiche passeggiate delle coppie che percorrono il lungo fiume.
40 dipinti mozzafiato che descrivono una città frenetica e contemporanea, senza però perdere il contatto o recidere il cordone ombelicale con il proprio passato.
Sciacca ha colto la bellezza di una città nella sua quotidianità. Nella passeggiata nel parco, nello scorcio illuminato con colori fluo, in una donna che fa shopping tra le vie del centro. Nella mostra l’opera più suggestiva, però, è quella dedicata alla sepoltura di Alarico che evoca uno dei misteri irrisolti più affascinanti del Medioevo.
Ma i tesori che riserva la città di Cosenza, impressionati nella pittura di Antonio Sciacca, non finiscono qui. Nei quaranta dipinti dell’artista catanese il tratto del pittore cattura le immagini delle Chiese cosentine, osservate da diverse prospettive, degli angoli più suggestivi e dei lampioni del centro storico, della maestosità del Castello Svevo o della Cattedrale.
La mostra “Cosenza, un tesoro di città” è accompagnata dal catalogo edito da Rubbettino e curato dalla critica d’arte Tiziana Vommaro che ha scritto anche il testo introduttivo.

Cenni biografici di Antonio Sciacca

Antonio Sciacca nasce a Catania il 13 Maggio 1957, dove consegue i titoli accademici.
Nel 1978 è selezionato dalla Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma per partecipare alla Mostra Internazionale d'Arte Moderna di Glasgow.
Si laurea con una tesi su Francis Bacon che intervista personalmente a Londra.
Conosce anche Alberto Burri con il quale entra in amicizia e con il quale dà vita a diverse frequentazioni.
Nel 1983 il critico d’arte Pierre Restany si reca nell’atelier catanese di Sciacca e, interessato alla ricerca pittorica che l’artista siciliano sta conducendo sulle “Metamorfosi dell'essere umano”, elabora un testo critico intitolato “Fantasmi familiari”.
Di Antonio Sciacca negli anni ’80 scrive Alberico Sala, critico d’arte del “Corriere della Sera”.
Negli anni ’90 fonda a Bologna un movimento pittorico-culturale, denominato Metropolismo, che affronta tematiche sociali attuali, quali il consumismo e la griffe come status symbol.
In questo movimento viene coinvolto un gruppo di artisti internazionali che espongono le proprie opere a Roma allo Spazio Flaminio, con testi critici e presenze di Omar Calabrese, Renato Minore, Alberto Abruzzese e Valerio Dehò.
Fra le numerose esposizioni del Metropolismo, particolarmente significativa quella di Madrid (Istituto Italiano di Cultura) del 1995, e quella di Roma (Museo del Risorgimento-Vittoriano) del 2000, con la presentazione di Achille Bonito Oliva, teorizzatore del Movimento.
Altro storico dell’arte che ha seguito Sciacca, commentando alcune sue mostre personali, è Vittorio Sgarbi.
Antonio Sciacca ha insegnato all’Accademia di Belle Arti di Catania e attualmente è docente di Pittura all’Accademia d’Arte e Restauro Nike di Catania.
Vive e lavora tra Catania e Firenze.












 

Autore: Giuseppe Di Donna