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La forza della poesia nel Pasolini targato Cosimo Cinieri, sabato 8 settembre a "Rendano Off"

cinieri
07 set 2012

Saranno i versi di Pier Paolo Pasolini i protagonisti assoluti del concerto-spettacolo “Pier Paolo, poeta delle ceneri”, in programma domani, sabato 8 settembre, alle ore 21,00, davanti alla scalinata del Teatro “Rendano”, penultimo appuntamento della rassegna teatrale “Rendano Off”, curata da Isabel Russinova, direttore artistico del teatro di tradizione cosentino.
A dare vigore ai versi pasoliniani sarà l’attore Cosimo Cinieri, uno degli interpreti più apprezzati del teatro italiano, per lungo tempo sodale del grande Carmelo Bene.
“Pier Paolo, poeta delle ceneri” nasce da un’idea di Gianni Borgna (già Assessore alla cultura del Comune di Roma e Presidente della Fondazione “Musica per Roma”) che ne ha curato la drammaturgia e la scrittura scenica insieme ad Irma Immacolata Palazzo che dello spettacolo firma anche la regia. L’idea di Borgna si è concretizzata, in occasione dei novant’anni della nascita di Pasolini, quando il concerto-spettacolo ha debuttato nella sala Sinopoli dell’auditorium Parco della Musica di Roma nel mese di aprile di quest’anno, ripercorrendo la poliedricità e la personalissima capacità visionaria del poeta di sublimare ogni esperienza vissuta. Un affresco della vita e dell’opera pasoliniana e insieme uno struggente ritratto del poeta.
Sul palco di “Rendano Off” l’attore Cosimo Cinieri sarà accompagnato al pianoforte dal maestro Domenico Virgili.
“Il testo – spiega Cinieri che, insieme ad Irma Immacolata Palazzo, può essere considerato un autentico specialista della drammatizzazione della poesia - parte dalla morte di Pasolini e va indietro con un percorso a ritroso. E’ come se Pasolini raccontasse la sua storia alla rovescia. Il nostro modo di porgere la poesia – afferma ancora Cinieri - è un fatto prettamente emotivo, perché senza l’emozione non arriva nulla. Noi ci ricordiamo della nostra vita, delle cose che ci hanno fatto piangere e di quelle che ci hanno fatto ridere, quelle cose, insomma, che ci hanno colpito a livello emotivo; il resto lo dimentichiamo. Affinché il teatro possa toccare il cuore delle persone bisogna trovare una maniera emotiva perché arrivi alla gente. Ed in questo consiste la forza della poesia. La poesia è l’arma segreta per cambiare il mondo. Ne sono convintissimo. La poesia fa passare le emozioni a livello individuale ed è veramente un modo di mettere in contatto le anime, i cuori, i nostri sentimenti, le nostre vibrazioni cellulari. Ed è questo che ci affascina terribilmente. La poesia appartiene profondamente al nostro sistema nervoso. Si è fatta poesia per darci la memoria. E’ veramente un’entità che permette di conservare la memoria di sé stessi. Ricordiamoci di noi, ma nel modo più divertente, erotico, sentimentale. Una cosa che l’uomo dovrebbe fare è guardarsi negli occhi. Non so come si fa, ma è così.”
Artefice di “Pier Paolo, poeta delle ceneri” è anche Irma Immacolata Palazzo, autrice della drammaturgia e regista dello spettacolo che ha plasmato la materia dei versi pasoliniani lavorando sul testo in una full immersion durata più di tre mesi.
“Siamo partiti – dice la Palazzo – da un’assenza, quella del vuoto lasciato da Pasolini per disegnare un percorso à rebours, in dieci capitoli, che privilegia senz’altro la poesia, ma nel quale ritroviamo anche tracce degli “Scritti corsari” e delle “Lettere luterane”. Nello stesso tempo si è comunque rispettata la volontà del poeta di considerare la sua opera incompiuta, in fieri, in divenire. La morte di Pasolini ci ha fatto sentire – afferma ancora Irma Immacolata Palazzo – profondamente orfani di una persona così potente e così in prima linea da riuscire a scardinare molte cose dell’establishment. La musiche inserite nello spettacolo sono tratte dai suoi film, ma vi figurano anche alcune canzoni che saranno accennate al piano dal maestro Virgili, che le ha opportunamente riorchestrate e che richiamano il clima dell’epoca, quando si ascoltavano dai juke-box nei bar. Il concerto finisce con “Son tanto triste”, tratto da “Salò o le 120 giornate di Sodoma”.
L’arco narrativo dello spettacolo abbraccia tra l’altro il teatro di Pasolini, con un brano di “Orgia”, il ’68 e la rivoluzione, con la famosissima poesia “Il PCI ai giovani”, l’Africa e la nostalgia per questo mondo selvaggio e al tempo stesso autentico, Marx e la poesia incivile, il cinema, l’amore, le borgate e Casarsa.
La cosa più importante di Pasolini – conclude la regista - è che era un poeta. Anche quando ha scritto di teatro ha scritto teatro poetico, cioè in versi, ed anche il suo cinema era un cinema di poesia.”
 

Autore: Giuseppe Di Donna