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Il 19 luglio al Teatro Rendano, per il Festival delle Invasioni, lo spettacolo "Redemption Day" di Adolfo Adamo

adolfo adamo new
12 lug 2019

“E' possibile pensare ad una vita rinnovata? Ebbene sì! Perché tutti commettiamo errori. E' quello che accade in “Redemption day”, atto unico liberamente ispirato al Moby Dick di Herman Melville. Sconfiggendo la “balena bianca” che altro non è che la paura dell'ignoto, il perdersi nel bianco, in quel colore non colore, gli attori/personaggi si riappropriano del significato di una parola faro, per tutti indistintamente: autostima, consapevolezza per reinserirsi ed essere pronti ad una vita nuova...”. E' racchiuso in queste brevi note di regia dell'attore e regista cosentino Adolfo Adamo il senso più profondo dello spettacolo “Redemption Day” che andrà in scena venerdì 19 luglio, alle ore 18,00, al Teatro “Rendano” (ingresso gratuito), nell'ambito del Festival delle Invasioni, a conclusione del laboratorio teatrale che per il terzo anno Adamo ha diretto alla Casa circondariale “Sergio Cosmai” di Cosenza. Un laboratorio cui hanno partecipato quest'anno 8 detenuti che il 19 luglio saliranno sul palcoscenico del “Rendano” e che saranno protagonisti del terzo capitolo di “Amore sbarrato – Il Ritorno”, questo il titolo del progetto giunto in dirittura d'arrivo grazie alla rinnovata sinergia e collaborazione tra il Comune di Cosenza e Casa circondariale “Sergio Cosmai” diretta dalla dottoressa Maria Luisa Mendicino. La finalità del progetto ed ora dello spettacolo è nota: abbattere lo stato di invisibilità dei detenuti, accorciando le distanze tra il mondo esterno e l’universo carcerario e favorendo quei percorsi rieducativi e riabilitativi che devono riguardare le persone private della libertà personale.
“Questa terza fase del meritorio lavoro di Adolfo Adamo – sottolinea l'Assessore alla comunicazione Rosaria Succurro che ha seguito il progetto sin dalla sua prima edizione- è ancora una volta particolarmente delicata e dimostra una notevole sensibilità che ci rafforza nella nostra convinzione di attribuire al teatro quella funzione sociale che aiuta i detenuti a compiere quel percorso rieducativo previsto dal sistema penitenziario durante il periodo in cui sono privati della libertà personale”. L’intuizione di Adolfo Adamo che ora si sostanzia nel nuovo capitolo di “Amore sbarrato” è stata non solo felice, ma ha prodotto importanti risultati. Non era una novità in senso assoluto che alcuni detenuti recitassero, all’interno del perimetro della casa circondariale di Cosenza, ma che lo facessero andando oltre le sbarre e rappresentando degli spettacoli fuori dal carcere, peraltro nel teatro più importante della città, questa sì che è stata una assoluta novità.
“Il teatro – dice ancora Adolfo Adamo - è solo un pretesto per andare a vedere cosa accade dentro e oltre quelle mura. Per me era interessante conoscere le loro vite e le loro ombre, ma in maniera discreta e non invadente. E, insieme, capire il senso della libertà e la conquista della parole. Credo molto nel teatro dal punto di vista catartico”.
E sarà così anche con questa rilettura del “Moby Dick” di Herman Melville.
 

Autore: Giuseppe Di Donna