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Il Consiglio comunale discute l'ordine del giorno sulla situazione dei lavoratori di Ecologia Oggi. L'assemblea ha inoltre riconosciuto parte dei debiti fuori bilancio derivanti da sentenze esecutive e preso atto della delibera n.66 della Corte dei conti

foto consiglio comunale
27 giu 2019

Con 17 voti a favore e cinque astensioni, il Consiglio comunale ha approvato il riconoscimento di legittimità dei debiti fuori bilancio, ai sensi dell'art.194 comma 1 lettera a) del decreto legislativo 267 del 2000, derivanti da sentenze esecutive previsto al punto 3 dell'ordine del giorno dell'odierna seduta presieduta dal Presidente dell'assemblea Pierluigi Caputo. Il Consiglio comunale ha, invece, rinviato ad una prossima discussione il secondo punto all'ordine del giorno (e cioè il riconoscimento di legittimità dei debiti fuori bilancio derivanti da pagamenti effettuati dal tesoriere comunale nel corso dell'anno 2018, per azioni esecutive intraprese a seguito di sentenze notificate all'Ente). Una decisione quest'ultima che l'assemblea di Palazzo dei Bruzi ha assunto in assenza del parere del collegio dei revisori dei conti.
La seduta ha potuto contare sulla presenza del Sindaco Mario Occhiuto e di 20 consiglieri. Assenti dai banchi della Sala “Catera” i consiglieri comunali Damiano Covelli, Carlo Guccione, Bianca Rende, Alessandra Mauro, Francesca Cassano, Enrico Morcavallo e Anna Fabiano.
In apertura di seduta, il consigliere Pasquale Sconosciuto ha chiesto di anticipare la discussione sul punto 8 all'ordine del giorno e cioè sullo stato di agitazione dei lavoratori della società “Ecologia Oggi” (presenti in gran numero nel settore riservato al pubblico) con particolare riferimento all'attuazione del capitolato di gara e alla riqualificazione del personale e riorganizzazione dei servizi. Nel frattempo il consigliere comunale Giovanni Cipparrone si è accomodato temporaneamente nell'area riservata al pubblico insieme ai lavoratori di Ecologia Oggi (di cui fa parte): “mi trovo meglio da quella parte” - ha sottolineato.
Ad illustrare la questione è il primo firmatario dell'ordine del giorno Marco Ambrogio. “Avevamo qualche tempo fa promesso alla città e ai dipendenti di Ecologia Oggi che saremmo arrivati alla discussione della loro situazione. Abbiamo contattato la società, con le sigle sindacali, dopo aver incontrato l'Assessore Vizza per chiedere notizie sullo stato dell’arte. Ciò che più ci preme – ha aggiunto Ambrogio - è assicurare serenità ai padri di famiglia e garantire una città più pulita e decorosa. Dobbiamo lanciare un segnale forte alla proprietà. Il nostro compito è quello di vigilare sull’operato della società. Siamo rimasti amareggiati, perché non abbiamo avuto risposte e, quando le abbiamo avute, si sono presentate due persone che al tavolo non hanno mostrato potere decisionale. Chiediamo di porre fine alle sospensioni dei lavoratori da parte dell'azienda e chiediamo che venga rispettato il capitolato perché sono emerse anomalie non di poco conto. Oggi vogliamo fare chiarezza e soprattutto invochiamo garanzie per i 148 lavoratori.
Ad Ecologia Oggi chiediamo di salvaguardare la serenità mentale dei lavoratori ed anche un'altra cosa: i dipendenti di Ecologia Oggi non sono persone alle dirette dipendenze del Comune. Ecologia deve garantire gli stipendi. Chi è imprenditore deve esserlo con le proprie forze e non con quelle della Pubblica amministrazione. Vogliamo capire se sussistono le condizioni per la risoluzione del contratto. Chiediamo inoltre la riqualificazione del personale e che venga messa la parola fine alle ferie forzate”.
Subito dopo è intervenuto l'Assessore alla sostenibilità ambientale Carmine Vizza che ha subito sottolineato come “il nuovo appalto per l'aggiudicazione del servizio, da parte di Ecologia Oggi, è stato specificamente studiato per dare risposte concrete alle criticità riscontrate dall'Amministrazione comunale nel corso del precedente”.
Vizza non ha lesinato critiche all'indirizzo del gestore rilevando che “sin dai primi giorni di operatività del nuovo contratto, sono state elevate verso il gestore, da parte dell'ufficio preposto al rispetto delle disposizioni contrattuali (UEC), contestazioni sui servizi resi, tramutatesi in sanzioni, decurtate sul canone mensile da corrispondere allo stesso gestore. Anche la messa in esercizio dei nuovi mezzi da parte di Ecologia Oggi non è stata rispettata. Nello specifico – ha aggiunto Vizza – per questi ritardi, solo nel periodo luglio-agosto 2018, le sanzioni sono stati pari ad euro 74.000,00. Inoltre, delle tre isole ecologiche mobili previste ne è stata posta in attività solo una, da febbraio 2019. Non è stato attivato il sistema di videosorveglianza e, nel gennaio del 2019, a causa del mancato raggiungimento, nell'anno precedente, delle previste percentuali di raccolta differenziata, definite dal contratto al 70,5%, Ecologia Oggi ha subito una sanzione di oltre 270.000,00 euro. Il controllo sull'operato del gestore e le continue attività di monitoraggio hanno consentito un progressivo miglioramento delle prestazioni rese; si pensi – ha detto ancora l'Assessore Vizza – che oggi siamo al 65% di raccolta differenziata”. Ciò nonostante, Vizza non si ritiene soddisfatto del rapporto con Ecologia Oggi e non ne fa mistero: “Non lo siamo. D'altronde, quanto riferito sulle sanzioni è un chiaro indice di inefficienze rispetto al capitolato”. Vizza lamenta soprattutto “una carenza organizzativa nei quadri alti aziendali che spesso limitano i progressi e che tendono a procrastinare soluzioni alle criticità, facendo sedimentare situazioni bisognevoli di interventi rapidi e decisi”. Di contro Vizza, durante il suo intervento, ha elogiato il lavoro quotidiano di tutti gli operai. Un lavoro faticoso e difficile”.
Ancora più energico nei confronti di Ecologia il breve, ma indicativo intervento dell'Assessore ai quartieri Francesco De Cicco che definendo l'operato di Ecologia Oggi come “sgarbo istituzionale” nei suoi confronti, per alcune iniziative intraprese dall'Assessore per il miglioramento del servizio, ha lasciato intendere la necessità di azionare, laddove necessario, le leve della risoluzione del contratto.
Dopo gli assessori Vizza e De Cicco sulla questione è intervenuto anche il Sindaco Mario Occhiuto che, dopo gli auguri all'Assessore Michelangelo Spataro per il ritorno in giunta, ha ricordato i diversi passaggi della rimodulazione del contratto con Ecologia Oggi. “Nonostante con la Società il rapporto fosse buono – ha detto il Sindaco – c'è sempre stata una certa conflittualità latente e non siamo mai stati soddisfatti al cento per cento. Nella seconda gara abbiamo eliminato le criticità e migliorato la qualità del servizio. Nel concepire il nuovo capitolato abbiamo avuto due fari: la qualità del servizio e la soddisfazione dei lavoratori che dovevano essere garantiti dalle clausole di salvaguardia inserite nel contratto. Purtroppo, dopo l’ultima gara, abbiamo riscontrato un peggioramento nella qualità del servizio e nei rapporti tra noi e l’azienda. Non vorremmo elevare le sanzioni, ma siamo costretti a farlo. E abbiamo riscontrato anche un peggioramento nel rapporto umano tra azienda a lavoratori. Noi vogliamo che i lavoratori possano svolgere le loro funzioni in modo sereno. Oggi i lavoratori sono fatti oggetto di provvedimenti di sospensione e vengono messi in ferie forzate e non c'è la volontà di riqualificare il personale. Nessuno può mettersi su un piedistallo. L’azienda è in difetto verso il Comune e i lavoratori. Dobbiamo essere rigorosi e trarne le conclusioni. Auspichiamo la pacificazione degli animi, ma dobbiamo attentamente valutare quali sono le situazioni, utilizzando gli strumenti che ci mette a disposizione la legge.
La tutela dei 148 lavoratori è stata rispettata fino in fondo? I dirigenti devono verificare. Se la società aggiudicataria rispetta il contratto, bene, altrimenti – ha concluso il Sindaco Occhiuto - vanno assunti i provvedimenti del caso. Spero che si addivenga ad un risultato positivo. Quella attuale è una condizione intollerabile, così come intollerabili sono i disservizi”.
Al termine della discussione sul punto, i consiglieri della piattaforma Ambrogio, Sconosciuto, Francesco Spadafora, Cito e Cipparrone presentano alla Presidenza un documento che viene approvato all'unanimità. Nel documento si dà mandato al Sindaco di verificare, tramite gli uffici comunali competenti, il rispetto, da parte della Società Ecologia Oggi, di tutte le norme previste dal capitolato speciale d'appalto per l'affidamento del servizio integrato di igiene urbana. Chiesta nel documento la verifica anche della sussistenza di gravi inadempienze contrattuali che potrebbero determinare il clima vessatorio in atto sugli operatori ecologici della cui tutela occupazionale il Comune si è fatto garante in fase di aggiudicazione della gara d'appalto.
Si è poi passati alla trattazione degli altri punti all'ordine del giorno, cominciando dalla discussione sul riconoscimento dei debiti fuori bilancio.
Rinviato il punto due per il fatto che non è pervenuto il parere del collegio dei revisori dei conti, si è poi accorpata la discussione dei punti 3, 4 e 5, rispettivamente il riconoscimento di legittimità dei debiti fuori bilancio derivanti da sentenze esecutive, l'approvazione del regolamento per la definizione agevolata delle entrate tributarie e patrimoniali non riscosse a seguito della notifica di ingiunzioni di pagamento e la presa d'atto della delibera n.66 della Corte dei Conti, sezione regionale di controllo.
Sui punti in discussione è intervenuto il Dirigente del settore Bilancio Giuseppe Nardi che, in particolare, ha riferito sulla delibera della Corte dei Conti.
“Contrariamente a quanto accade ritualmente – ha detto Nardi – la sezione di controllo della Corte dei Conti ha svolto attività di monitoraggio sul rispetto degli obiettivi intermedi del piano di riequilibrio finanziario al fine di comunicare eventuali reiterati scostamenti all'Ente redigente con la sola deliberazione, giammai intervenendo negli anni con segnalazioni e indirizzi. Pertanto, gli uffici non hanno potuto verficare eventuali scostamenti ed operare le eventuali correzioni”. Nardi ha inoltre affermato nella sua relazione che “se i reiterati scostamenti, come richiamati dalla Corte , fossero stati evidenziati all'Ente già dalla seconda semestralità di piano, sarebbero certamente stati oggetto di attenta verifica da parte degli uffici e avrebbero dato, inoltre, la possibilità di valutare il ricorso alla rimodulazione del piano prevista dalla finestra normativa 2018. Il Piano di riequilibrio finanziario presentato nel 2013, tra i primi in Italia e in assenza di linee guida, è da considerarsi atipico. A ben vedere, con il Piano approvato dal Comune, si quantificava una massa passiva pari a 114 milioni 751 mila euro costituita prevalentemente da oneri stimati, ma che di fatto rappresentavano “futuri fabbisogni finanziari”.
La Corte dei Conti – osserva ancora Nardi – si è soffermata, quindi, su alcuni elementi che non sono definibili quali obiettivi del piano, ma che sarebbero gli strumenti su cui far leva per l'assorbimento di un disavanzo individuato come “futuri fabbisogni finanziari” e pertanto non quantificabile nella sua riduzione nel tempo, pur nel mancato raggiungimento di maggiori entrate. Certamente la riscossione – ha proseguito il dirigente del settore Bilancio – non ha raggiunto i livelli previsti, ma non per carenze degli uffici o di una mancata e incisiva azione amministrativa, bensì per una congiuntura economica chiaramente sfavorevole e che ha avuto ripercussioni sul sistema delle autonomie locali nella sua interezza”. Nonostante ciò, abbiamo aumentato la riscossiobne in conto residui del 12% del 2011 al 20% del 2018. Nel rendiconto del 2018 – è sempre Nardi che parla – si registra una capacità di accertamento delle entrate sullo stanziato, pari al 66% e l'83% del riscosso sul totale degli accertamenti dei titoli I e III in conto competenza. Per quanto riguarda le entrate si è espressa, quindi, un'ottima capacità di accertamento addirittura migliorativa in riferimento alle previsioni del piano di riequilibrio dal 2015 al 2018 per circa 22 milioni. Inoltre, senza tener conto degli anni pregressi, solo nel 2018 sono stati emessi avvisi per tributi anni pregressi e recupero evasione per oltre 20 milioni ed iscritti in bilancio”. Il dirigente Nardi ha poi concluso il suo intervento sottolineando che su tutto saranno inviate le controdeduzioni entro il primo luglio alla sezione regionale di controllo della Corte dei conti.
Subito dopo è intervenuto il Sindaco Occhiuto che ha ringraziato i consiglieri presenti per il senso di responsabilità dimostrato. Occhiuto ha stigmatizzato l'assenza di chi non ha partecipato alla seduta. “Si verifica spesso quando all’ordine del giorno ci sono temi importanti. Noi ci siamo assunti tutte le responsabilità del caso. Inviterei i cittadini a valutare questi comportamenti .Bisogna avere il coraggio delle proprie azioni e, se del caso, anche di sbagliare.
E’ importante sottolineare – ha proseguito Occhiuto - che già dal 2010 il Comune di Cosenza era a rischio dissesto. Erano stati riconosciuti 8 milioni e 200 mila euro che provenivano dagli anni passati. Nel 2012 è stato introdotto il predisessto, una procedura che i comuni in crisi strutturale possono mettere in atto per evitare il dissesto vero e proprio. Una sorta di dissesto guidato che non fa cambiare nulla  per i cittadini perché il livello di tassazione resta inalterato . Abbiamo realizzato il piano di riequilibrio finanziario e siamo stati uno dei primi Comuni d'Italia a farlo. Il piano di riequilibrio approvato dal Consiglio comunale era stato bocciato dalla Corte dei conti calabrese e successivamente approvato (nel febbraio 2014) dalle sezioni riunite della Corte dei conti.
Il nostro ente versava in una situazione di grande criticità Gli avanzi di bilancio degli anni precedenti erano determinati grazie all’inserimento di crediti privi di qualsiasi titolo. In sostanza, gli obiettivi principali erano lo stralcio e il successivo assorbimento di circa 100 milioni di euro di crediti e la netta riduzione delle spese per circa 25 milioni. I tempi di pagamento delle imprese superavano i 365 giorni.
Un quadro desolante che ci ha posto dinanzi ad una decisione fondamentale: prendere la scelta politicamente più comoda dichiarando il dissesto che all’epoca avrebbe determinato gravi conseguenze occupazionali, soprattutto per le categorie più deboli, oppure cercare di mettere a posto i conti attraverso un piano di riequilibrio pluriennale che avrebbe mitigato le conseguenze sulla città?
Stiamo risanando una situazione ereditata. Abbiamo fatto scelte opportune.
Sulla riduzione della spesa, i dati di bilancio evidenziano un risultato che è andato oltre le previsioni. Rispetto ai 23,1 milioni previsti dal piano abbiamo operato una riduzione di 26,4 milioni con un risultato che ha superato le previsioni per 3,1 milioni. Quella nella quale ci troviamo è una condizione nella quale si trovano tutti gli enti. Il 30% dei Comuni è in dissesto o in predissesto. E' stato presentato, su iniziativa dell'ANCI un Ordine del giorno in Parlamento per elaborare il piano di riuquilibrio in 20 anni. Se la Ragioneria generale dello Stato dovesse concederlo a tutti i comuni si aggravererebbe la situazione nazionale. Nel 2013 la Corte dei conti bocciò il nostro piano. Nel 2014 avemmo ragione noi. Potrebbe capitare la stessa cosa. I numeri nella loro oggettività dimostrano che la situazione è nettamente migliorata. Sono fiducioso sul fatto che riusciremo per la terza volta ad evitare il disssesto. Il Comune di Cosenza non lo merita. I conti sono quelli del passato. Se questo miglioramento sarà ritenuto idoneo per evitare il dissesto, lo dovrà deciderà la Corte dei conti e poi eventualmente le sezioni unite della stessa Corte.
Attendiamo fiduciosi l’esito, convinti di aver profuso tutti gli sforzi possibili, grazie ai quali anche una eventuale dichiarazione di dissesto non avrebbe nessuna conseguenza pratica per i cittadini e soprattutto per le categorie più deboli”.

Il Consiglio ha, infine , approvato i restanti punti all'ordine del giorno: il regolamento comunale per la valorizzazione delle botteghe e degli antichi mestieri della città di Cosenza, la discussione sull'opportunità di ripristinare un numero di loculi adeguato a garantire degna sepoltura ai poveri della città e la presa d'atto della relazione sui risultati del controllo successivo di regolarità amministrativa eseguito dal servisio di controllo interno sugli atti di cui al comma 4 dell'art.9 del regolamento approvato dal consiglio con delibera n.2 del 7 gennaio 2013, adottati nell'anno 2018 2° semestre. Rinviate la trattazione della questione relativa alla richiesta di canoni di locazione pregressi a famiglie abitanti in alloggi di proprietà comunale, nonché la verifica di accertamento notificate nelle case dei cosentini (IMU, TARSU, Acqua), per l'assenza del primo firmatario, e la discussione sulla trasformazione in proprietà delle aree concesse in diritto di superficie, per approfondimenti nelle commissioni consiliari competenti.

LE ALTRE FASI DEL DIBATTITO

Nel corso della seduta del Consiglio comunale è intervenuta anche la consigliera comunale Annalisa Apicella che ha dedicato una riflessione alla delibera n.66 della Corte dei Conti. La Apicella ha parlato di “premessa sommaria della Corte dei Conti che parla genericamente di 114 milioni di euro, ma non entra nel merito. L’Amministrazione comunale – ha proseguito Apicella - ha avuto la possibilità di mettersi alla prova sul riequilibrio finanziario, ma non per dieci anni. Permangono dubbi e perplessità”. Sul rischio dissesto la consigliera Apicella ha ricordato che nel mese di aprile la Calabria ha espresso ben 54 enti dissestati, tra le cifre più elevate del Paese. “Se le procedure non sono riuscite ancora a dare risposte, forse esiste un problema nazionale che dovrebbe essere sollevato e che fa emergere come il tasso di evasione sia altissimo. A Napoli – ha aggiunto Apicella - la procedura di riequilibrio finanziario ha ammesso una deroga per essere portata a 20 anni”. A questo proposito Annalisa Apicella ha auspicato che anche il piano di riequilibrio del Comune di Cosenza possa avere una durata ventennale e a questo proposito ha suggerito di dare un input in tal senso ai parlamentari del territorio perché si facciano promotori di una precisa istanza affinché questa opportunità venga concessa anche a Cosenza.
Apicella ha, al termine del suo intervento, esternato una preoccupazione: “se a Cosenza dovesse essere dichiarato il dissesto, la città interromperebbe il processo di crescita in atto con riflessi negativi anche sul welfare che risulterebbe notevolmente penalizzato. Ecco perché rivolgo un invito a tutti i consiglieri a stimolare i parlamentari ad intraprendere una battaglia per la città”.

In sede di dichiarazioni di voto sul riconoscimento dei debiti fuori bilancio e sulla presa d'atto atto della delibera n.66 della Corte dei Conti, sono intervenuti i consiglieri Marco Ambrogio, Carmelo Salerno e Andrea Falbo.
Per Marco Ambrogio “quando si viene designati a rappresentare la città è doveroso farlo con partecipazione e non disertando l'aula. Il sale della democrazia è la partecipazione. Gli assenti hanno sempre torto. Oggi il dibattito politico – ha rimarcato Ambrogio – si svolge più sui social che non nelle sedi istituzionali. In questi giorni ne ho sentite di tutti i colori. Credo che sia doveroso riconoscere i debiti fuori bilancio, debiti, peraltro, che provengono dal 1989”. Ambrogio ha quindi raccolto l'allarme lanciato dall'ANCI che ha espresso la preoccupazione diffusa per il 30% dei Comuni italiani con popolazione superiore a 30 mila abitanti che sono a rischio dissesto. “Questo Governo vuole salvarne solo 5. Non si possono tollerare – ha aggiunto Ambrogio - situazioni a macchia di leopardo e dimenticarsi degli altri 495 a rischio dissesto. Questa città la vogliamo amministrare e teniamo al suo futuro. Non ci tireremo indietro a dire la nostra anche stasera. Dobbiamo migliorare sotto diversi aspetti. E’ inaccettabile – ha aggiunto il consigliere Ambrogio -che il collegio dei revisori bacchetti l’ufficio legale e il Consiglio comunale, perché il collegio dei revisori è un organo totalmente esterno all'Amministrazione comunale. Non può da una parte dare il via libera al riconoscimento dei debiti fuori bilancio e contemporaneamente intimare gli uffici a non pagare gli stessi debiti. La nostra sarà una posizione di garanzia” E preannuncia il voto di astensione, “perché vogliamo essere parte integrante dei processi che governano la città”.
Per il consigliere Carmelo Salerno che ha parlato subito dopo, “l’approvazione dei debiti fuori bilancio è un atto dovuto. Dobbiamo approvare necessariamente questo documento”. Salerno ha poi indirizzato una sollecitazione ad osservare una regola dello Statuto comunale: “vogliamo ricevere – ha detto - i documenti qualche giorno prima per dare il nostro contributo”.
Sulla stessa lunghezza d'onda il consigliere Andrea Falbo che ha considerato un atto dovuto il riconoscimento dei debiti fuori bilancio: “non ci tiriamo indietro, ci assumiamo le nostre responsabilità, nella piena consapevolezza del nostro ruolo che prevede onori ed oneri.
Su iniziativa del Presidente del Consiglio comunale Pierluigi Caputo, l'assemblea ha poi osservato un minuto di raccoglimento per la scomparsa della moglie dell'ex consigliere comunale Cataldo Savastano.
La seduta è ripresa con la discussione sul regolamento comunale per la valorizzazione delle botteghe e degli antichi mestieri della città di Cosenza.
La proposta, approvata preliminarmente dalle commissioni consiliari Cultura e Attività economiche e produttive, è stata illustrata dalla Presidente della commissione Cultura Alessandra De Rosa. “Le botteghe storiche – ha sottolineato De Rosa - rappresentano un importante patrimonio del territorio da riscoprire e promuovere. Il loro successo è legato alla loro storia, all’abilità dei commercianti e degli artigiani oltre che all’unicità ed alla qualità dei loro prodotti.
Sono tante le attività commerciali e artigianali meritevoli di essere riconosciute come una parte imprescindibile del patrimonio culturale e commerciale della città, detentrici di un capitale sociale di relazioni umane e di tradizioni da difendere e tutelare. Il regolamento ci consentirà di selezionare quelle attività che hanno valore storico, legate alla tradizione o che rappresentano gli antichi mestieri da preservare: fabbri, falegnami, fornai, muratori, orefici, sarti, calzolai. Per acquisire lo status di bottega storica bisognerà essere in possesso di determinati requisiti. Lo status comporterà il rilascio di un apposito marchio e l'accesso ad una serie di agevolazioni”. Dal consigliere Andrea Falbo è venuta, a questo proposito, la proposta di far realizzare il marchio che caratterizzerà le botteghe ai giovani del “Lab City” attivato presso lo Sportello Sviluppo e Lavoro che proprio il consigliere Falbo ha implementato nei locali comunali del Centro “I Due Fiumi”.

Nel corso dell'ultima parte del Consiglio  è stato discusso anche l'ordine del giorno presentato da un gruppo di consiglieri, primo firmatario Massimo Lo Gullo, riguardante l'opportunità di ripristinare un numero di loculi adeguato a garantire degna sepoltura ai poveri della città.
E' toccato allo stesso consigliere Lo Gullo illustrarlo brevemente, nonostante la trattazione già avvenuta in commissione welfare.
Massimo Lo Gullo ha insistito per “creare un fondo ad hoc per queste famiglie disagiate, per dare una sepoltura dignitosa ai propri cari”.
Sulla proposta è intervenuto l'Assessore Lino Di Nardo che ha sottolineato la disponibilità dell'Amministrazione comunale. Di Nardo ha solo chiesto di attendere un po' per dare seguito formalmente, e in modo corretto, alla proposta. Sul punto è intervenuto brevemente anche il Sindaco Occhiuto che ha dato l'indirizzo di stanziare una somma in bilancio, ribadendo di legare le concessioni alla sussistenza di reali requisiti.

 























 

Autore: Giuseppe Di Donna