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Al Festival delle Invasioni la sound designer Chiara Luzzana con il progetto "The sound of city"

la sound designer Chiara Luzzana
26 giu 2019

In giro per il mondo a catturare i suoni delle città per crearne la colonna sonora. Lei è Chiara Luzzana, giovane ingegnere del suono o, per meglio dire, sound designer, nativa di Lecco, ma adottata stabilmente da Milano. Il suo lavoro la porta in ogni angolo del mondo dove, armata di microfoni e zaino in spalla da 18 chili, registra il tappeto sonoro del ponte di Brooklyn o i suoni di Tokyo, Zurigo o Shangai dove è stata trionfalmente accolta alla undicesima Biennale e dove ha fissato anche uno studio che si è aggiunto a quello milanese.
Dal 12 luglio Chiara Luzzana sarà a Cosenza per registrare i suoni della città e il 16 luglio, per il Festival delle Invasioni, sarà possibile ascoltare, nella Villa Vecchia, nel centro storico, un'anteprima della colonna sonora dedicata alla città dei Bruzi. Sarà una vera e propria esclusiva che Chiara Luzzana riserverà alla città di Cosenza che figura tra le dieci città del secondo capitolo di “The sound of city”, il progetto che la sound designer milanese ha ideato, facendone un vero e proprio marchio di riconoscibilità. Il primo capitolo si era occupato di sei città del mondo. Ora sarà la volta di dieci città italiane, tra le quali c'è anche Cosenza. “I cosentini – anticipa Chiara Luzzana – il 16 luglio ascolteranno un'anteprima della colonna sonora dedicata alla loro città e vedranno poi un estratto del video che realizzeremo con il mio team”. Il lavoro finale, con l'audio musicale contenente la colonna sonora delle 10 città del secondo capitolo ed il video documentario integrale di 80 minuti, sarà presentato ufficialmente il 30 ottobre a Milano.
Quando le si chiede di raccontare come tutto ebbe inizio e da cosa nasce questa urgenza di raccontare le città attraverso i suoni ed anche i rumori, Chiara Luzzana risponde che, piccolissima, sin dall'età di cinque anni, iniziò a fare musica e, per superare una fase di solitudine, cominciò a suonare gli oggetti che aveva intorno.
“Mia madre diceva che ero molto taciturna, ma che parlavo con gli oggetti intorno a me. Era nata una sorta di relazione tra me e tutto quello che per i più risultava essere inanimato, ma che per me aveva un’anima da poter ascoltare, forse perché era un periodo della vita in cui non mi sentivo molto ascoltata e volevo buttar fuori qualcosa e ciò che vedevo senza voce per me doveva assolutamente averne una.”
Da allora Chiara prende a studiare diversi strumenti musicali (chitarra, clarinetto, piano) e quando arriva alla maggiore età, anche scrivere le note sul pentagramma e mettere le mani sul pianoforte in un determinato modo, comincia a starle un po' stretto. “Volevo sentirmi libera di poter fare musica senza dover avere una griglia – dice senza esitazioni – e decisi di stravolgere tutto ciò che è il concetto di spartito musicale. Ho studiato per diventare ingegnere audio e da lì mi sono appassionata al suono puro. E’ stato conoscere tutti e due i lati della medaglia, un po’ come un artigiano, per poi decidere di scegliere quello che potesse essere un po’ più puro per me. Trasformare il rumore in un suono è decisamente più faticoso, ma questa fatica mi affascina”.
Il progetto “The sound of city” che porterà anche a Cosenza per il Festival delle Invasioni inizia a cavallo tra il 2013 e il 2014, in seguito alla attribuzione di una residenza artistica a Shangai.
“Ho proposto per quella residenza artistica la realizzazione di un mio progetto che prevedeva la creazione di una colonna sonora della città di Shangai, poi presentata, sul finire del 2015, nel progetto del primo capitolo di The sound of city sbarcato alla Biennale. Il progetto non avrà termine finché avrò la forza di portarmi quello zaino da 18 chili e vari microfoni in giro per il mondo. E' fondamentale far sì che siano le città a parlare, quindi le persone che le vivono e gli artigiani che vi operano. Anche per Cosenza sarà così. Una delle regole di The sound of city è quella di non lasciarmi condizionare nel conoscere una città. Anche una città come Milano, che conosco bene, perché è la mia città di adozione, per poterla registrare ho cercato di perdermi in essa ed è stato possibile. Per tutte le città, la necessità è quella di perdersi e di farsi guidare solo dalle orecchie”.
Quel che sorprende di Chiara Luzzana è il suo entusiasmo che ritrova puntualmente ogni qual volta si cimenta con una nuova città e che fa scattare meccanismi interiori davvero particolari.
“L’entusiasmo è davvero sempre vivo e nasce dalla necessità di ascolto. Nella vita passiamo il nostro tempo distratti da ogni cosa e per me il regalo più grande che si può fare a una persona, a un oggetto, o in questo caso al più grande strumento musicale che trovo, ovvero una città, è quello di poterla ascoltare. Ciò che mi tiene viva, ciò che mi tiene in piedi a camminare per le città quasi 24 ore su 24 è quel desiderio di poter dare voce a qualcosa che altrimenti verrebbe solo visto e non ascoltato e l’ascolto in realtà è un senso intimo che ci portiamo dentro e che ci permette di esprimere più emozioni”.










 

Autore: Giuseppe Di Donna