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A quarant'anni dalla Legge Basaglia, nella mostra fotografica di Mauro Vallinotto il percorso dall'emarginazione all'integrazione. "Matti" si inaugura il 23 novembre al BoCs Art Museum

mostra Matti
23 nov 2018

La macchina fotografica nascosta sotto i vestiti per catturare immagini che, come un pugno nello stomaco, arrivarono all'opinione pubblica segnando per sempre, e fortunatamente, il corso della psichiatria italiana. Di fronte all'obbiettivo di Mauro Vallinotto i “matti” rinchiusi a Collegno, le donne di via Giulio e poi loro, i bambini della famigerata Villa Azzurra. Proprio dalla pubblicazione su L'Espresso delle foto-denuncia di quei bambini, legati mani e piedi, nudi, come il ferro di quei lettini in cui erano costretti, e dal conseguente intervento della Magistratura, cominciò quel percorso che, con la Legge Basaglia del 1978, portò allo smantellamento dei manicomi. Reclusione ed emarginazione, veri e propri marchi della malattia mentale, cominciarono a cedere il passo nella pratica sanitaria a percorsi che miravano all'integrazione.
Questa 'rivoluzione', a quarant'anni dalla Legge Basaglia, è testimoniata nella mostra “Matti” che Mauro Vallinotto sta proponendo in tante città italiane. Approda a Cosenza, al BoCs Art Museum nel Complesso di San Domenico, grazie all'Amministrazione comunale e al Centro di Solidarietà il Delfino (con il sostegno di Fondazione CariCal) che la inaugureranno - alla presenza del Sindaco Mario Occhiuto, del vicesindaco, con delega alla cultura, Jole Santelli, del presidente de Il Delfino, Renato Caforio, e ospite l'autore della mostra - venerdì 23 novembre alle ore 19.
“Storie di persone, di diritti, di passioni, soprattutto di grandi cambiamenti culturali”, così il vicesindaco e assessore alla cultura Jole Santelli su un evento che il Comune ha voluto fortemente e per il quale ha scelto un luogo che è simbolo di apertura e di rigenerazione. “La mostra di Vallinotto ha il grande merito di testimoniare la trasformazione di uno status, da 'matti' a 'persone', dalla incurabilità al diritto alla salute. Un percorso rivoluzionario – conclude – sebbene ancora oggi ci siano domande e questioni non del tutto risolte”.
Negli 84 scatti del reporter torinese, tutti rigorosamente in bianco e nero, ci sono infatti quelle immagini rubate sul finire degli anni '60, che parlano di durezza e privazioni, ma ci sono anche gli scatti di oggi a raccontare le storie di Rita, di Alberto, di Simona. Foto che provano, citando Basaglia, “che si può fare diversamente, che c'è un altro modo di affrontare la questione; anche senza la costrizione”.
“Il Centro di Solidarietà Il Delfino – commenta il suo presidente Renato Caforio – attraverso la mostra vuole testimoniare l'impegno sociale a favore delle persone che vivono una condizione di disagio e di emarginazione, sia questi un 'matto', un tossicodipendente, uno straniero richiedente asilo. Nell'Amministrazione comunale – conclude – abbiamo trovato la sensibilità sociale di condividere questa testimonianza”.
Dopo l'inaugurazione la mostra sarà visitabile fino al 12 dicembre, tutti i giorni, gratuitamente, dalle 9 alle 13 e dalle 15.30 alle 19.30.

Autore: Annarita Callari