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Emergenza criminalità a Cosenza: il Consiglio comunale approva un documento all'unanimità. Sulla Biblioteca Civica, si esplora la strada della municipalizzazione

consiglio comunale
10 apr 2017

 Il Consiglio comunale di Cosenza, presieduto da Pierluigi Caputo, ha discusso oggi dell’emergenza criminalità in città, ordine del giorno sollecitato dal consigliere Francesco Spadafora che ha raccolto l’adesione di molti colleghi, anche della minoranza. E all'unanimità è stato votato il documento, anch'esso bipartisan, che, al termine del dibattito, è stato elaborato in sede di Conferenza dei capigruppo, recependo quanto emerso dalla discussione.
Il documento “impegna il Sindaco a farsi portavoce presso i Ministeri della Difesa e dell'Interno affinché venga potenziato l'organico delle forze dell'ordine a presidio della città ed alla riattivazione del sistema di videosorveglianza; ad intensificare l'utilizzo della Polizia Municipale nei servizi di prevenzione e controllo del territorio ed a mettere in campo tutte le iniziative utili all'attivazione del progetto del vigile di quartiere; a formulare tempestivo atto di indirizzo affinché si realizzino interventi straordinari di potenziamento/estensione della pubblica illuminazione”. Il documento sollecita altresì l'Amministrazione “a dare riscontro periodico in merito al rispetto delle ordinanze sindacali in materia di sicurezza e decoro urbano” e impegna il Sindaco “a relazionare entro i prossimi 90 giorni sull'esito della interlocuzione sui punti approvati con i rappresentanti dello Stato e delle forze dell'ordine”. Si stabilisce infine di trasmettere copia del documento al Prefetto, al Questore, al Comandante Provinciale dell'Arma dei Carabinieri ed al Comandante Provinciale della Guardia di Finanza.
La relazione di Francesco Spadafora, primo firmatario dell'OdG
In apertura Spadafora ringrazia i colleghi che hanno sottoscritto la richiesta di ordine del giorno per affrontare quella che definisce “la preoccupante situazione riguardante il succedersi di episodi di microcriminalità” e, contestualmente, esprime solidarietà a chi questi episodi li ha subìti, “soprattutto i commercianti della città che sono i più colpiti dai malintenzionati che pur di racimolare qualche centinaia di euro sono disposti a tutto”.
“Stiamo vivendo una vera e propria emergenza criminale – afferma Spadafora - alla quale Cosenza non era abituata”. Da qui la disamina delle cause, “sicuramente ciò di cui parlava il procuratore aggiunto Marisa Manzini in un’intervista, cioè l’aumento indiscriminato di tossicodipendenti che hanno sempre più bisogno di soldi liquidi per pagare la droga agli spacciatori, quindi alla criminalità organizzata. Si aggiunga l’aumento della crisi economica e del disagio sociale, ma anche la mancanza di lavoro e le lacune del sistema giudiziario che ancora oggi non riesce ad applicare pene severe e certe”.
Francesco Spadafora, che è anche espressione delle forze dell’ordine, evidenzia come le stesse svolgano un “lavoro gravoso ma, nonostante i pesanti tagli, stanno compiendo ogni sforzo possibile per debellare questo fenomeno di furti, rapine e scippi che creano tanto allarme tra i cittadini.
La situazione non deve vederci inermi; al contrario, noi che abbiamo l’onore e l’onere di rappresentare i cittadini, abbiamo anche il dovere di individuare adeguate soluzioni e garantire un adeguato livello di sicurezza ai nostri concittadini.
Auspico quindi che alla fine della discussione venga approvato un documento che impegni il Sindaco a portare avanti tutte le proposte e le iniziative che scaturiranno dalla discussione odierna”. Francesco Spadafora ne anticipa qualcuna: “la richiesta ai Ministeri di un maggior numero di uomini e mezzi da impiegare sul territorio per la prevenzione e la repressione dei reati. Nell’attesa però è necessario incrementare la polizia municipale nei servizi di prevenzione e controllo del territorio a supporto delle altre forze di polizia, con l’indispensabile collaborazione dei cittadini che devono avere il coraggio di denunciare e di segnalare attraverso i numeri di emergenza ogni situazione di pericolo o movimento sospetto che può trasformarsi in reato”. Secondo Spadafora, è poi “indispensabile sollecitare la riattivazione del sistema di videosorveglianza realizzato qualche anno fa con le risorse del PON sicurezza e sul quale l’attuale Amministrazione comunale vuole puntare per il potenziamento della sicurezza urbana e sociale. L’Amministrazione ha infatti garantito l’acquisto di altre 60 telecamere da posizionare in punti strategici della città, il mio consiglio è di attingere ai fondi dell’Unione Europea che nella programmazione 2104-2020 ha messo a disposizione risorse per azioni mirate all’accrescimento dei livelli di sicurezza e legalità. Infine ritengo sia importante il potenziamento della pubblica illuminazione la quale rappresenta un deterrente importante per i malintenzionati”.
“Infine, un ringraziamento alle sigle sindacali della Polizia di Stato - SAP, COISP e LES - con le quali dovremo confrontarci di più per migliorare la sicurezza dei nostri cittadini”.
IL DIBATTITO
Enrico Morcavallo (Grande Cosenza) esprime disappunto per l'assenza in aula del Prefetto e del Questore, “gli organi competenti ad arginare il fenomeno sono loro. Le istituzioni devono svolgere un ruolo fondamentale nel garantire la sicurezza e il contrasto all’illegalità, e questa garanzia si può ottenere solo con il giusto confronto e la positiva collaborazione con le forze dell’ordine”. Il consigliere Morcavallo si sofferma poi sulla “percezione di insicurezza e di illegalità che è tangibile in tutta la città. Il cittadino – aggiunge - deve sapere che non è solo, deve essere incoraggiato a denunciare perché quando si ha paura di farlo, significa essere al punto di non ritorno. L’ordine pubblico – conclude - deve essere la priorità”.
Maria Teresa De Marco (Cosenza Positiva-Fratelli d'Italia). “Siamo nel terzo millennio e ancora la sicurezza personale è una delle preoccupazioni più diffuse – esordisce. Anzi dobbiamo parlare di una vera e propria emergenza”. Il consigliere De Marco riporta dati oggettivi, “ciò che spaventa di più il cittadino medio è la microcriminalità; hanno più paura le donne, gli anziani e le persone poco informate; con l'aumentare del livello di istruzione decresce la paura”. Consapevole che la sicurezza influisce sullo sviluppo economico locale, afferma che “ogni esecutivo che voglia bene governare deve impegnarsi a combattere la criminalità, a reprimerla e, ancor prima, a prevenirla”. Come? Si deve “contrastare il degrado urbano, combattere la povertà, la scarsa istruzione, la disoccupazione, la mancanza di prospettive di vita. Significa coinvolgere insegnanti, educatori, operatori sociali e poliziotti in una più attiva presenza e monitoraggio del territorio”. Dall'analisi alla proposta, il consigliere De Marco presenta quelle ce a suo parere devono essere delle azioni immediate ed altre a lunga scadenza. Nell'immediato, “aumentare il numero di operatori di polizia municipale a tempo indeterminato per affidare un numero più congruo di agenti alle aree più sensibili; intensificare le installazioni di sistemi di videosorveglianza nelle aree sensibili della città; riavviare e aprire al pubblico la commissione consiliare sulla sicurezza con incontri pubblici periodici; studiare apposite convenzioni con istituti di vigilanza attraverso le quali i cittadini possano accedere a servizi di sorveglianza delle loro proprietà a costi particolarmente ridotti e, per gli anziani, diffondere l'uso del telesoccorso”. A lungo termine, “azioni di prevenzione, con incontri informativi nelle scuole per radicare una forte cultura della legalità; un coinvolgimento più forte e maggiori risorse per quei settori della società, come le associazioni di volontariato, quelle sportive e culturali, per incentivare la coesione sociale”. In conclusione il consigliere De Marco afferma le necessità di “un sistema giudiziario più efficiente, rapido nella individuazione degli autori dei reati, veloce nel giudizio, severo e fermo nell'irrogazione delle pene. Senza dimenticare che la privazione della libertà deve essere sempre accompagnata dal serio tentativo di recupero del reo al quale va offerta la possibilità di riabilitarsi”. L'ultimo accenno è al Decreto Sicurezza, “le consente, Sindaco, di intervenire direttamente sui fenomeni di microcriminalità. Non diventa un Sindaco sceriffo ma sicuramente potrà incidere con più efficacia sul fenomeno”.
Damiano Covelli (PD) parte da un quadro internazionale che definisce sconvolgente (ad inizio seduta aveva chiesto un minuto di raccoglimento per i fatti più recenti di Stoccolma, Siria, Egitto). “E' un momento duro per la sicurezza dei popoli e lo sforzo dei Governi non basta. Trasferendosi sul livello locale, “la questione della sicurezza è diventata fondamentale – afferma. La scia di episodi criminali è molto lunga a Cosenza, l’ultimo episodio è di ieri e riguarda un nostro concittadino ottantenne, aggredito nella sua abitazione per essere derubato. Dobbiamo fare in modo, attraverso le istituzioni competenti, di trovare una soluzione che assicuri alla giustizia chi compie atti di questa natura. Il collega Spadafora ha avuto la sensibilità di predisporre una richiesta di consiglio comunale per fare il punto sulla situazione. Pensavamo ad una discussione aperta, con la presenza del Prefetto, ma abbiamo comunque il dovere di interrogarci e di dare delle risposte”. “La microcriminalità – continua - nasce perché le nostre periferie vivono una situazione di disagio, se non si toglie quello la piccola criminalità è destinata a crescere. Se alle periferie non diamo risposte in termini di qualità della vita, la microcriminalità è destinata ad arricchirsi di nuovi soggetti.” Il capogruppo del PD accoglie l'appello di Spadafora all'approvazione di un documento unitario ma avverte “questo civico consesso, che si è riunito ben poco in materia di sicurezza, ha votato documenti che demandavano al Sindaco delle azioni. Sta di fatto che la situazione è andata crescendo, quindi il problema non è approvare un documento, ma dare seguito a ciò che si approva. Facciamolo il documento ma diamoci soprattutto delle scadenze, e la prima questione è l'implementazione della videosorveglianza, rispetto alla quale nessuno ci ha mai detto perché quelle telecamere, dopo un periodo iniziale nel quale sono state di grande aiuto alle forze dell'ordine si sono spente e nessuna voce si è alzata”.
Vincenzo Granata (Democrazia Mediterranea) esprime il proprio accordo con le proposte avanzate da Spadafora nella relazione introduttiva richiamando poi le affermazioni del Procuratore della Repubblica di Cosenza circa “la criminalità liquida. Cosenza è animata da spacciatori, ladri d'auto, piccoli rapinatori, gruppi dediti a furti, una criminalità che commette reati alla luce del sole”. La riflessione del consigliere Granata prosegue sulla stampa che – dice - “è vero, deve essere libera, ma con regole e rispetto. Nella nostra città esiste anche una informazione liquida” e fa riferimento a testate giornalistiche on line che, a suo parere, non rispondono al requisito di rispetto, delle persone e delle regole, precedentemente citato. Il consigliere Granata chiede al Presidente del Consiglio che la sua denuncia venga allegata al documento da inviare al Comitato per la Sicurezza e l'Ordine Pubblico di Cosenza.
Bianca Rende (PD) esprime condivisione per le proposte di Spadafora, e per la disamina del consigliere De Marco sul concetto di sicurezza urbana. “Il Sindaco in un'intervista – afferma - quasi lamentava la limitatezza dei poteri in suo possesso per contrastare il fenomeno dell'insicurezza urbana. In realtà, se già poteva godere dell’appoggio del Consiglio, oggi con il Decreto Minniti qualunque alibi viene a cadere, perché il decreto è la risposta della sinistra al problema della sicurezza”. Una breve disamina del decreto, per evidenziare che lo stesso “ruota attorno al concetto di 'sicurezza integrata', quindi la filiera di collaborazione, dallo Stato fino al Sindaco nel quale si individua il referente della sicurezza in quanto benessere a tutto tondo che ha a che fare anche con il decoro urbano. La sicurezza urbana è un bene pubblico da tutelare attraverso attività a difesa delle norme del vivere civile,, per migliorare le condizioni di vivibilità nei centri urbani, la convivenza e la coesione sociale. Quindi il raggio d'azione dell’impegno da chiedere all’Amministrazione si allarga decisamente, comprendendo l'eliminazione dei fattori di marginalità ed esclusione sociale e la promozione della cultura della legalità”. Il consigliere Rende ritiene dunque che le valide proposte avanzate - quali il vigile di prossimità e l'aumento del livello di illuminazione pubblica – vadano integrate in un discorso più ampio che riguarda le periferie, “non devono esserci luoghi inaccessibili, il decoro sia compatibilità tra attività economiche e diritto al riposo dei cittadini”. Infine, la richiesta di un tavolo permanente col Prefetto.
Anna Fabiano (PSI). “Siamo tutti consapevoli che sono presenti fenomeni di criminalità che provocano inquietudine, insicurezza e paura nei cittadini, microcriminalità che agisce in maniera autonoma e sparsa sull'area urbana. È un fenomeno crescente che merita attenzione e deve essere controllato per evitare che si formino clan organizzati.” Fatta questa premessa, il consigliere Fabiano ritiene doverosa “la costituzione di un tavolo dell'ordine pubblico, a supporto di quello prefettizio, dove periodicamente si confrontino idee ed iniziative da intraprendere” ed evidenzia che, a suo parere, “la presenza di vigili urbani, questura, carabinieri, è sempre concentrata nel centro cittadino ed è assente a Cosenza vecchia, via degli Stadi, via Panebianco, Torre Alta ed altre zone di periferia”. Chiede così al Comandante della Polizia Municipale di “organizzare un controllo post pomeridiano e fino a tarda notte nelle zone più a rischio. Accanto a questi interventi – conclude – è necessario che il Comune intraprenda percorsi formativi per evitare devianze e impegnare i giovani”.
Per Carmelo Salerno (Forza Cosenza) “dire che il Decreto Minniti sulla sicurezza urbana sia risolutivo della questione sicurezza è limitativo. Penso che il Ministro Minniti dovrebbe affrontare la questione in merito a risorse di uomini e mezzi a disposizione delle forze dell’ordine, bisognerebbe chiedere cosa fa in materia di amministrazione della giustizia, perché una delle questioni fondamentali è la certezza della pena, allo stato attuale non garantita”. Il consigliere di Forza Cosenza si sofferma poi su un'altra questione, al centro del dibattito nazionale, che ritiene essere anche di carattere culturale, “nel nostro paese – dice - i cittadini italiani hanno diritto di difendersi dalle aggressioni. Il malvivente che entro a casa mia deve sapere che io posso reagire e che se reagisco sarà lui ad avere conseguenze processuali e non io, il diritto di legittima difesa deve essere sacrosanto”. Salerno si dichiara d'accordo con il collega Covelli, “mi piacciono i documenti tanto più se unanimi perché hanno una valenza politica dirompente, però dobbiamo evitare di scrivere bene e operare male. Ben venga -prosegue – il tentativo di implementare le forze e incrementare il numero di videocamere, sono tutti atti finalizzati proficuamente a realizzare l'obiettivo di creare maggiore sicurezza, ma mi sembra di avere capito che un altro aspetto importantissimo del Decreto Minniti sia quello di consentire al Sindaco di adottare provvedimenti amministrativi estremamente stringenti in materia di decoro urbano. Emerge allora un dato che il Sindaco aveva posto in evidenza nelle sue linee programmatiche, cioè la stretta relazione tra riqualificazione urbana e livello di microcriminalità. Nelle città più belle, dove si protegge il decoro urbano e si creano spazi di aggregazione sociale e i cittadini sono parte attiva dello sviluppo, c’è meno microcriminalità. credo che in questo Cosenza non sia da meno a nessuno”.
Prima della Conferenza dei Capigruppo, finalizzata alla presentazione del documento unitario, interviene il Vicesindaco Jole Santelli. “Questo Consiglio – esordisce - coincide con la giornata della Festa della Polizia, alla quale, attraverso il nostro consigliere Francesco Spadafora che è un rappresentante di quel corpo, inviamo il ringraziamento di noi tutti”. Questa nostra discussione va inserita in un contesto più ampio, che è l’esigenza di sicurezza del nostro Paese e direi di tutto il continente europeo. Sebbene si parli di matrici diverse, resta comunque il condizionamento della libertà che i cittadini subiscono. Nel nostro contesto - prosegue - parliamo, secondo me impropriamente, di microcriminalità che, sebbene possa comprendere reati cosiddetti minori, incide notevolmente sullo sviluppo del territorio oltre che sulla libertà del singolo. La matrice, come è stato evidenziato, risiede nella profonda crisi sociale ed economica da un lato, dall’altro lato in un contesto di problematiche relative alla gestione dell’immigrazione che incide sulla percezione della sicurezza. È giusto che l’istituzione se ne faccia carico. Il Comitato per l’Ordine e la Sicurezza pubblica se ne è occupato, cercando di far lavorare in sinergia le forze dell’ordine, compresa la Polizia Municipale che nel contesto della sicurezza urbana vede le amministrazioni nel ruolo importante di diretto portavoce delle esigenze dei cittadini. Sia chiaro che la competenza della sicurezza resta in capo alle forze dell’ordine, ma da anni la questione ha una dimensione partecipata, di integrazione tra le politiche sociali effettive, cioè più salubre è un territorio, più aumenta la partecipazione attiva di una cittadinanza operosa.
Il Vicesindaco si sofferma dunque sulla questione videosorveglianza per precisare che le telecamere installate con il PON Sicurezza sono DI esclusiva competenza del Ministero dell'Interno in dotazione alla Polizia di Stato e verificabili attraverso il centro di controllo di Bari. Il Sindaco comunque, al suo insediamento, in accordo con il Prefetto Tomao, ha risollevato tutta la questione presso il Ministero dando la disponibilità dell’Amministrazione a provvedere essa stessa al ripristino, cosa non possibile sul piano amministrativo e legislativo. Il Prefetto ha poi assicurato che si è riaperta la partita sicurezza al Ministero con un appalto anche per le telecamere di competenza esclusiva del Viminale.
Il Sindaco ha anche dato la disponibilità ad integrare il numero attuale di telecamere concertando le postazioni al tavolo del Comiyato per l'Ordine pubblico, proprio perché agiscano in sinergia con quelle che saranno ripristinate dal Viminale”. Sulla richiesta di un incremento delle risorse umane e finanziarie nelle forze di polizia, evidenzia che “questa è una problematica che investe tutto il territorio nazionale. Tant’è che la nuova programmazione PON è rivolta quasi esclusivamente alle forze di polizia e solo in via residuale alle città”. Infine il riferimento al Decreto Minniti per la parte relativa ai tavoli di concertazione tra il Ministero dell'Interno e le Regioni, con fondi devoluti proprio alle periferie per la riqualificazione sociale che stavano nei fondi per la legalità. “Se da un lato si apre questo tavolo – conclude - e dall’altro nel Comitato possiamo creare un patto concertato per la sicurezza, allora tra qualche mese potremo discutere in questa sede di progetti di legalità con fondi effettivi per aiutare il disagio sociale e riqualificare le periferie”.
Prima delle dichiarazioni di voto interviene il Sindaco Mario Occhiuto per ribadire di essersi già fatto portavoce presso il Comitato per l'Ordine pubblico di una serie di attività che l'Amministrazione sta portando avanti. “Avrete notato – afferma - che da giorni in città molti operatori di Polizia municipale stanno agendo con altre forze dell’ordine in un’attività di controllo del territorio con posti di blocco. Con gli altri componenti del tavolo abbiamo affrontato anche l'argomento delle telecamere e sappiamo che il Ministero ha già appaltato la manutenzione straordinaria per il ripristino delle telecamere già in dotazione alla città, noi abbiamo 34 telecamere per il decoro urbano e stanno per entrare in funzione quelle dei varchi del centro pedonale che sono tecnologicamente molto avanzate, 4 sono attive su piazza Bilotti e siamo disponibili ad acquistarne altre 50 circa con spesa già inserita nel bilancio di previsione. Anche nel centro storico, a parte l'apertura della sede di Polizia municipale, abbiamo deciso di monitorare tutte le strade interne per capire le possibili situazioni di occupazione abusiva di immobili. Non sono un sindaco sceriffo – conclude - ma per quanto di mia competenza interverrò. Trovo il documento condivisibile e lo voterò volentieri”.
Le dichiarazioni di voto sono affidate a Carmelo Salerno (Forza Cosenza) per la maggioranza e a Carlo Guccione (PD) per la minoranza. Salerno annuncia voto favorevole di tutta la maggioranza ed esprime compiacimento per il raggiungimento di una volontà unanime su una questione così delicata. Per Carlo Guccione “sono aumentati i livelli di sicurezza nel Paese, il Governo e l'Europa hanno deciso di investire, anche a Cosenza i protocolli vengono applicati e c’è un maggiore presidio del territorio. Dobbiamo fare in modo di rendere questa città più sicura e nel documento è esplicitato bene. Accanto, però, abbiamo anche la necessità di mettere insieme politiche sociali, di sviluppo economico perché il dato drammatico è come sia elevatissimo l'uso di sostanze stupefacenti da parte dei giovani e questo crea microcriminalità. Quindi servono politiche di inclusione sociale, coinvolgendo le scuole, favorendo l'ingresso dei giovani nel mondo del lavoro. Nel Decreto Minniti si parla di sicurezza e accoglienza. Sono due cose da coniugare, la sicurezza con la capacità di integrazione sociale. Sono lieto di verificare che l'Amministrazione insista su questo perché solo così si può arginare una parte del problema. Penso anche che l'Amministrazione debba farsi promotrice di una iniziativa pubblica, che coinvolga la Procura, l'ASP e le scuole sulla questione che riguarda i giovani e le devianze. Se non conosciamo la profondità di questo fenomeno non possiamo dare risposte”.
Esaurito l'Ordine del Giorno sull'emergenza criminalità, il Consiglio comunale prosegue per affrontare un'emergenza di altra natura. E' quella relativa alla Biblioteca civica di Cosenza, dove da settimane si registra lo stato di agitazione a causa del futuro incerto dell'ente e dei suoi dipendenti. L'Ordine del Giorno viene brevemente illustrato dal primo firmatario Marco Ambrogio (Adesso! Cosenza). “Conosciamo la vertenza della biblioteca e dobbiamo dire che un primo intervento del Comune c’è stato, con l’inserimento in bilancio delle risorse per sostenere le quattro unità lavorative rimaste. La Biblioteca civica è un patrimonio cittadino e non può essere bistrattata. Da consigliere provinciale dico che, da parte del Presidente Iacucci c’è l'impegno dell’Amministrazione provinciale su questo fronte, anche se in assenza di competenza visto che la Provincia non ha più la delega alla cultura. Chiedo quindi l'istituzione di tavolo tecnico con la Provincia ma anche con la Regione, senza sottovalutare l'ipotesi di un coinvolgimento ministeriale. La strada percorribile potrebbe essere quella dell'assorbimento dei 4 dipendenti nella pianta organica comunale, così come già manifestato dal Sindaco, ma si potrebbe anche avviare un dialogo con il Ministero dei beni culturali, visto che nella nostra città, a poche centinaia di metri, abbiamo anche una biblioteca nazionale, il che potrebbe far pensare ad un ragionamento univoco. Ricordo infine che ci sono anche dei privati, l'Accademia e l'Uni.Cal. Si possono individuare dei percorsi, ma va fatto con tempestività”.
Nel dibattito, Bianca Rende (PD) chiede che “dopo decenni di mancata risoluzione definitiva della questione, si assuma una decisione quanto più possibile risoluta rispetto al destino della Civica. Non dobbiamo parlare di salvataggio ma di rilancio. La salvezza dei posti di lavoro, ridotti a 4 – afferma - è sicuramente positiva però non basta. Occorre prevedere un ampio progetto di rilancio dell'istituzione che non può non partire dal patrimonio storico e librario, e dall’attuale partenariato che vede in prima linea l'Accademia cosentina come principale partner istituzionale del Comune. La proposta è dunque quella del rilancio della biblioteca civica, che sia il più possibile inclusivo”. Intorno al tavolo, secondo il consigliere del PD, “devono starci anche la Fondazione CariCal e l'Università della Calabria. Se pensiamo alla contaminazione con la società civile, capiamo che l’interesse nel rilancio della Civica non è solo il nostro. La proposta è che a questo partenariato siano invitati a partecipare anche altri Comuni, magari quelli superiori a diecimila abitanti, perché la biblioteca civica non è patrimonio esclusivo di Cosenza. Oggi è soltanto un museo del libro antico, non è luogo che vive e che produce cultura, ed è oberata dai debiti. A questo Consiglio la scelta: giochiamo al ribasso o puntiamo in alto? Al Sindaco diciamo che non pensi ad una ennesima partecipata ma si guardi alla Civica come luogo aperto ad una sperimentazione di un largo partenariato culturale.
Giuseppe D'Ippolito (Cosenza Positiva-Fratelli d'Italia). “Seppure sia uno dei più giovani in Consiglio, ricordo che quello della biblioteca civica è un problema che si trascina da anni. Più volte non si è voluto guardare alla realtà delle cose, che significa partire dallo Statuto, imprescindibile per una riflessione seria. Va tenuta infatti in considerazione la qualifica della biblioteca, ente morale autonomo, che implica una serie di limitazioni anche agli sviluppi che l’Amministrazione può intendere. Altra cosa sono i soci fondatori, Accademia-Comune e Provincia. Ciò che si può fare è valorizzare un bene comune, uno strumento nel quale credo molto, uno spazio comune e indiviso. Penso che se la Provincia non può più farlo, deve intervenire la Regione Calabria.
E' uno scambio continuo tra i banchi della maggioranza e quelli della minoranza, evidentemente animato dalla volontà di indicare una strada da seguire che risulti risolutiva. Vi partecipa anche il Sindaco Mario Occhiuto il quale, come fatto in precedenti occasioni, ribadisce che “non ci potrà essere soluzione definitiva finché non ci sarà la possibilità per il Comune di assorbirla completamente”. Il Sindaco non nutre grandi aspettative circa il progetto di rilancio, “dovrebbe esserci un progetto condiviso, insieme agli altri enti che partecipano – afferma - ma per esperienza dico che è difficile, un po’ perché la Provincia ha perso le competenze, un po' perché l'Accademia ha un suo status, caratterizzato da molto contributo volontario. Finchè il Comune non potrà farsene carico completamente, e non per creare carrozzoni, anche attraverso assunzione diretta dei dipendenti, non si potrà avviare una attività che porti ad alcun rilancio. È importante aprire anche alle forze che sono nella società civile”. Si è dunque convenuto di investire la Commissione Cultura, presieduta da Alessandra De Rosa, della convocazione di un incontro esplorativo con gli altri rappresentanti del Consiglio di Amministrazione della Biblioteca per verificare la possibilità, ed anche la procedura, che in un futuro – realizzata la condizione che il Comune di Cosenza possa assorbire nel proprio organico i quattro dipendenti attualmente in forza alla Biblioteca - conduca ad una municipalizzazione della stessa.
 

Autore: Annarita Callari