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Consegnato dal Sindaco Occhiuto il riconoscimento della Commissione Cultura al prof.Filippo Crea, eccellenza della cardiologia nel mondo

sindaco occhiuto consegna riconoscimento a prof.fi
21 giu 2015

Quando Papa Giovanni Paolo II venne ricoverato per l’ennesima volta al Policlinico Gemelli, nel 2005, pochi mesi prima di morire, al suo capezzale, nell’equipe medica che lo aveva in cura, c’era, oltre al medico personale del Pontefice, Renato Buzzonetti, e al suo cardiologo Attilio Maseri, anche il prof.Filippo Crea, il più giovane (allora aveva 52 anni), della squadra di medici che assistevano Papa Wojtyla. Sì, proprio il cosentino Filippo Crea, direttore dell'istituto di cardiologia dell’Università Cattolica di Roma e allievo del professor Maseri (che era anche il medico della Regina di Inghilterra) con il quale aveva vissuto un’importante esperienza di ricerca clinica all'Hammersmith Hospital di Londra.
Ieri sera il prof.Filippo Crea, ora Ordinario di Cardiologia all’Università Cattolica di Roma, dove è anche direttore del dipartimento di Medicina Cardiovascolare e della Scuola di specializzazione in cardiologia è tornato nella sua Cosenza per ritirare dalle mani del Sindaco Mario Occhiuto il riconoscimento assegnatogli dalla Commissione Cultura di Palazzo dei Bruzi per gli alti meriti scientifici e per l’eccezionale contributo offerto alla ricerca cardiovascolare, ma anche - come recita la motivazione – per l’alto merito di aver portato fuori dalla Calabria e all’estero encomiabili valori culturali e scientifici”.
La cerimonia di consegna del riconoscimento si è svolta in una gremitissima Sala “Quintieri” del Teatro “Rendano”, alla presenza del Sindaco Mario Occhiuto.
“La professionalità e la persona del Prof.Crea ha detto Occhiuto - ci rendono orgogliosi di essere cosentini, anche perché spesso non riusciamo a cogliere questa professionalità elevata che ci fa pensare che, come cosentini e calabresi, ce la possiamo fare. In casi come questo, è come se ci riconoscessimo nei molteplici meriti di questo illustre concittadino. La presenza a Cosenza del Prof.Crea ci deve spingere a pensare con orgoglio a questo grande capitale umano di professionalità che vengono dalla nostra terra. Siamo felici di averla qui – ha aggiunto Occhiuto rivolgendosi a Crea - Il riconoscimento che le viene assegnato dalla Commissione cultura e dalla città di Cosenza è poca cosa rispetto a quanto lei ha fatto per la scienza e per la comunità, ma siamo certi che per lei avrà un significato importante”.
Ad introdurre la cerimonia era stato il Presidente dell’organismo consiliare Claudio Nigro per il quale “Filippo Crea è da ritenersi un orgoglio non solo per la città di Cosenza, ma per la Calabria intera. Con il suo impegno professionale e culturale si è affermato in Italia e nel mondo divenendo una personalità eminente ed una vera e propria eccellenza.”
La relazione centrale della Commissione è stata svolta dal Vice Presidente Maria Lucente. “Filippo Crea – ha esordito - occupa un posto di rilievo nel mondo scientifico e medico, ma è pienamente nel cuore del cosentino, orgoglioso per questa eccellenza. Una popolazione in genere è sempre afflitta per gli stereotipi e le negatività che si associano, suo malgrado, ad una sorta di fatale dna sociologico, quasi esistenziale, e soffre perché gli altri rimuovono la sua storia e la sua cultura. Per cui, quando un suo cittadino riesce ad imporsi in spazi culturali, professionali ed umani come quelli del prof.Crea, questo popolo si esalta ed opera una magica osmosi o omologazione: è come se tutti noi riuscissimo ad assorbire e ad appropriarci di una parte di quella stima, di quel rispetto che il nostro concittadino registra dappertutto, anche in mondi ed ambienti scientifico-professionali di livello e di spessore straordinariamente alti.
La Lucente ha detto inoltre che “quello attribuito al prof.Crea dalla Commissione Cultura, anche se arriva dopo tanti altri riconoscimenti prestigiosi, è il più importante attestato di stima perché, accanto all’ovvia motivazione della riconosciuta fama internazionale del professore e dei suoi traguardi professionali, c’è la forte dimensione emotiva, affettiva, di noi cosentini, di noi calabresi”.
Maria Lucente ha ricordato anche il padre del prof.Crea, Mimmo, assessore per due legislature nel Comune di Cosenza, quando era Sindaco Fausto Lio, e lo zio, il preside Salvatore Crea, espressioni di una famiglia numerosa e presente nel tessuto politico, professionale e associativo della città e dell’hinterland. La Vice Presidente Lucente ha, infine ringraziato, l’illustre ospite anche per l’impegno profuso in direzione della battaglia, persa amaramente, per l’apertura della Facoltà di Medicina nell’Università della Calabria e della cardiochirurgia a Cosenza.
Non nasconde l’emozione e la sua gratitudine il prof.Filippo Crea, non appena prende la parola. “Sono grato alla Calabria per diversi motivi: perché mi ha dato i geni e perché mi ha dato i maestri, il primo dei quali è stato mio padre che mi ha insegnato il piacere dell’onestà, come Angelo Baldovino, protagonista dell’omonimo testo pirandelliano che soleva ripetere che gli uomini onesti sono come i santi negli affreschi delle Chiese. Questo imprinting mio padre me lo ha dato sin da quando ero in fasce”. Poi Filippo Crea rivolge uno sguardo in platea e saluta il prof.Giuseppe Plastina, notissimo ed apprezzato cardiologo cosentino e il suo professore di matematica che è venuto a vederlo. “La conoscenza – sottolinea - è un albero fragile e piccolo che ha bisogno di essere innaffiato. I miei maestri lo hanno innaffiato con intelligenza e sapienza e quest’albero è cresciuto”. Poi, un pensiero rivolto alla scuola. “La scuola attuale sta soffrendo – dice- . Le fondamenta di un popolo civile sono nella scuola”. Quindi elenca un altro motivo della sua gratitudine. “Sono, inoltre, grato alla mia terra perché mi ha trasmesso la passione per la medicina”.
E racconta un significativo aneddoto di quando era bambino. “Mio nonno aveva un bar nel centro di Fuscaldo e, si sa, nei paesi i bar sono come il centro dell’universo con tutto il campionario di varia umanità che vi si raduna. Ed è in quel bar che mi è nata la curiosità per l’uomo. La medicina non è altro che un bellissimo viaggio intorno all’uomo. Quei caratteri umani che ho incontrato nel bar di mio nonno mi hanno affascinato e sono andato avanti per la mia strada. Chi ha contribuito a segnarmi è stato anche Giovanni Spadafora, il medico di famiglia, un grande medico che mi ha fatto capire qual è la medicina più importante: lo stesso medico. Il professionista che non sa questo, parte male. A 18 anni ho preso la decisione di diventare medico e sono partito, con la piena approvazione della mia famiglia”.
Subito dopo Filippo Crea invita tutti i calabresi, politici in testa, “a darsi una mossa per far arrivare la facoltà di Medicina all’Università della Calabria”, progetto per il quale si era speso in prima persona e per lungo tempo. “E’ un peccato – dice – far partire i talenti che qui nascono ogni giorno”. E ricorda il suo maestro Attilio Maseri, oggi ottantenne, che continua a vedere ed al quale ha esternato la sua soddisfazione per il riconoscimento tributatogli dalla città di Cosenza, mentre è sul punto di partire per l’Università di Harvard dove terrà una lettura sulle cause dell’infarto. Racconta ancora dei battibecchi affettuosi con Luca Cordero di Montezemolo al quale ha sempre detto che il lavoro più bello del mondo è quello del clinico, anziché dell’imprenditore. Applica ai suoi pazienti il metodo induttivo adoperato nella giallistica da Sir Arthur Conan Doyle e da Agatha Christie per venire a capo dei casi più intricati. “Quando ho davanti a me un paziente – confessa – prima lo ascolto, poi lo visito, raccolgo gli indizi, proprio come si fa nei gialli, e, infine arrivo al colpevole, diagnosticando la patologia di cui soffre. E’ il metodo del detective che deve seguire il medico, anche perché ogni paziente è diverso dall’altro.” Avviandosi alla chiusura si ritiene “un uomo fortunato, perché ho realizzato i miei sogni. Ho curato oltre al Papa, un Premio Nobel e un Premio Oscar”. Ma non ne rivela il nome, trincerandosi giustamente dietro il segreto professionale. “Sto in minima parte contribuendo a creare la medicina del domani e sono fiero di poter trasferire le mie conoscenze ai giovani, come in una sorta di passaggio delle consegne” e come dimostra, con una punta di orgoglio, il numero di cardiologi (100) formati, due dei quali sono diventati ordinari negli Stati Uniti.
Tra gli altri intervenuti il consigliere Mimmo Frammartino che ha insistito sulla “necessità di portare avanti la Calabria dei ritorni e, non delle partenze che ci hanno afflitto tantissimo”, il consigliere Francesco Perri per il quale “il prof.Crea è tra le tante figure ospitate in commissione cultura, il gioiello più bello della nostra collezione” e, inoltre, il consigliere regionale Orlandino Greco che ha portato il saluto del Presidente della Giunta regionale Mario Oliverio, l’on.Pierino Rende, il Sindaco di Mendicino Antonio Palermo e quello di Castrolibero Giovanni Greco e il cardiologo Pietro Niccoli.

 

Autore: Giuseppe Di Donna