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Presentata a Palazzo dei Bruzi l'iniziativa "Fido in Festa". Nei piani dell'Assessore Bozzo la riorganizzazione del canile di Donnici

conferenza stampa fido in festa
19 dic 2014


Una significativa riorganizzazione del canile sanitario di Donnici è stata annunciata questa mattina a Palazzo dei Bruzi dall’Assessore alla sanità Massimo Bozzo, titolare anche della delega al canile comunale, nel corso della conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa “Fido in Festa”, in programma martedì 23 dicembre in Piazza XI settembre (dalle ore 10,00 alle 19,00) per dare nuovo impulso, in occasione anche delle festività natalizie e di fine anno, alle adozioni canine che hanno fatto registrare negli ultimi tempi una non trascurabile battuta d’arresto.
“Fido in Festa” è stata promossa dal Comune e dalla sezioni di Cosenza della Lega Antivivisezione (LAV), dell’OIPA (Organizzazione per la protezione degli animali), dell’Ente Nazionale Protezione Animali e dall’Associazione “Adottami in Calabria”, con il sostegno dell’Unità Operativa Igiene Urbana Veterinaria dell’Azienda sanitaria provinciale.
“La manifestazione di martedì prossimo – ha detto in conferenza stampa Monica Pietramala di “Adottami in Calabria” è una grossa occasione per rilanciare le adozioni che ultimamente sono calate e di molto”. La Pietramala ha, in questa direzione, lanciato a tutti i cittadini e ai volontari delle associazioni animaliste, un appello a darsi da fare, così come è sempre avvenuto. In realtà “Fido in Festa” è una rivisitazione dell’iniziativa “Fido t’affido” dalla quale però, resteranno fuori le adozioni a distanza perché, come ha detto l’Assessore Bozzo durante l’incontro con i giornalisti, “le adozioni a distanza non saranno più possibili. Chi vuole un cane deve recarsi al canile, prenderlo in consegna, curarlo e tenerlo con sé definitivamente”.
Con riferimento al canile e alla sua riorganizzazione l’Assessore Bozzo ha annunciato un vero e proprio giro di vite.
“La struttura deve funzionare appieno – ha detto”.
E il punto di partenza restano “l’istituzione dell’Ufficio per i diritti degli animali, la cui gestione dovrà essere demandata alle associazioni di volontariato e il tavolo operativo permanente tra Comune, associazioni animaliste e operatori del canile per lavorare in sinergia e nel migliore dei modi”.
Il tavolo operativo permanente da qui a breve dovrebbe partorire – Bozzo si è limitato ad annunciarlo in conferenza stampa - un progetto, dal titolo “Dog System” che mira a fare sistema integrando risorse umane con misure e azioni innovative.
Obiettivo del progetto è quello di valutare e mettere in atto tutta una serie di iniziative in grado di migliorare la vita degli amici a quattro zampe e la convivenza con essi nella città, garantendo l’efficienza dell’azione pubblica.
Come?
Alcuni scenari è sempre l’Assessore Bozzo a delinearli.
“La complessa problematica del randagismo – ha sottolineato Bozzo - non la vogliamo affrontare solo come città di Cosenza, ma vogliamo allargare lo spettro dei comuni, estendendola anche ai comuni dell’area urbana confinanti con il territorio cittadino”. Per questa ragione l’Assessore ha convocato un incontro con tutti i rappresentanti dei comuni limitrofi al capoluogo e con l’ASP, per lunedì 29 dicembre alle ore 15,00.
“Nel progetto Dog System si parla della riorganizzazione del canile e delle spese di gestione della struttura. Lavorando in sinergia con gli altri comuni si potranno sicuramente ottenere delle importanti economie di spesa.
Oggi per il canile spendiamo circa 50 mila euro all’anno per l’impianto di smaltimento dei reflui; stiamo pensando ad un progetto di fitodepurazione che abbatterebbe del 96% i costi, passando dagli attuali 50 mila euro a circa 3 mila euro”.
Su quello che Bozzo ha definito “lo sgradevole fenomeno delle deiezioni dei cani sui marciapiedi della città”, l’Assessore ha preannunciato azioni di controllo da parte della polizia municipale ed altre verifiche periodiche sulle microchippature e vaccinazioni dei cani al guinzaglio.
Giro di vite anche sull’accesso al canile: “chi vuole collaborare con l’Amministrazione comunale e con l’Asp sarà accolto a braccia aperte, ma seguendo delle regole. Ci saranno orari e giorni ben precisi per entrare al canile, non ci saranno più cancelli aperti per nessuno.
I volontari e le associazioni potranno accedere al canile previa richiesta ed autorizzazione rilasciata congiuntamente dal dirigente del settore ambiente e dal responsabile del servizio veterinario.
Attualmente – ha detto ancora Bozzo - nel canile di Donnici ci sono 135 cani. Di questi una ventina non sono in condizioni né di adottabilità, né di rimessione in libertà. E’ un canile sanitario dove i cani vanno curati e non possono sostare perché non stiamo parlando di un albergo. I cani vengono catturati, curati, microchippati e reimmessi in libertà se possono essere reimmessi e adottati se si trovano in condizione di essere adottati. In caso contrario non possiamo permetterci il lusso di mantenere cani a 14 euro al giorno. La soluzione è solamente una: il canile rifugio”.
Bozzo ha, infine, anticipato un altro aspetto del progetto “Dog System”, annunciando che saranno realizzati in città tre sgambatoi, ai quali col tempo se ne aggiungeranno altri tre, luoghi recintati dove i proprietari portano i loro cani per farli correre liberamente. Saranno attrezzati con abbeveratoi esterni e interni per permettere anche ai cani di quartiere di approvvigionarsi.

Alla conferenza stampa di questa mattina ha partecipato anche Tiziana Bonofiglio, responsabile dell’Unità Operativa Igiene Urbana Veterinaria dell’Azienda sanitaria provinciale.
La Bonofiglio ha chiarito che “il canile sanitario è proprio un ricovero temporaneo dove arrivano i cani appena catturati sul territorio e dove c’è un servizio veterinario che ha una serie di compiti istituzionali da assolvere: la cura dei cani malati, la mircochippatura, l’identificazione, dopodiché i cani sono in uscita e disponibili per l’adozione, ma qualora ciò non dovesse avvenire il canile sanitario non ha neanche la logistica giusta per far sì che i cani restino più del tempo previsto.
La Regione con il nuovo decreto stabilisce che nell’azienda sanitaria possono essere presenti solo due strutture sanitarie gestite peraltro dall’Asp. Nella parte Sud sono presenti due strutture sanitarie, una è Mendicino e l’altra è Donnici. Dobbiamo assolutamente capire quale tra queste due strutture debba rimanere quale unica struttura sanitaria sul territorio di questa zona. Qualora fosse il canile di Cosenza, dovrà servire tutta una zona più ampia di comuni e in quel caso i cani dovranno essere allontanati tutti. Se invece si trasferirà la parte sanitaria a Mendicino, Donnici potrebbe diventare canile rifugio e in questo caso potrebbe servire come centro per le adozioni”.
Della costituzione di un data base per censire tutti i cani attualmente custoditi nella struttura sanitaria di Donnici e in quelle strutture convenzionate con il Comune di Cosenza e che attualmente si trovano fuori provincia, ha poi parlato, nell’incontro con la stampa , Maria Antonietta Sesti, presidente della sezione cosentina della LAV.
“Nel data base – ha aggiunto la Sesti - verranno inseriti anche quei cani che, obtorto collo, si è deciso di trasferire presso il canile rifugio, vale a dire una ventina di cani con un indice di adottabilità negativo. Tutti i cani del Comune di Cosenza avranno, comunque, una chance di adozione, anche attraverso le foto che saranno proposte martedì 23 dicembre in occasione dell’iniziativa “Fido in festa”.
La rappresentante della Lav ha, infine espresso l’auspicio che, “ora che sono riprese, dopo uno stop durato sette mesi, le catture e avviando contemporaneamente a ristrutturazione il canile di Donnici che dovrebbe tornare a funzionare egregiamente come canile sanitario, si potrà rientrare a regime, come lo scorso anno, ed evitare per il futuro il trasferimento di cani al canile rifugio”.
Dal rappresentante dell’OIPA, Mario Morelli è venuto, infine, l’apprezzamento per “la ripartenza della macchina organizzativa dopo mesi di blocco. Siamo stati sempre accanto al Comune dal 2011, da quando abbiamo firmato i primi protocolli d’intesa”. Morelli si è detto convinto della necessità di una sinergia sempre più diffusa tra Comune, Asp e associazioni. I progetti in essere sono meritevoli di attenzione, come l’intenzione di intensificare i controlli della polizia municipale, finora svolti solo dalle guardie zoofile. Fare un controllo preventivo per vedere se il cane è microchippato è alla base della lotta al randagismo”.








 

Autore: Giuseppe Di Donna