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Un'opera su Anita Garibaldi. Se ne è parlato al "Rendano" in Commissione cultura

andrea amoroso
07 ott 2014

Il personaggio di Anita Garibaldi, eroina del Risorgimento italiano, potrebbe presto ispirare un’opera lirica che nelle prossime stagioni del “Rendano” potrebbe essere messa in scena proprio nel teatro di tradizione cosentino.
Non un’opera nel senso più tradizionale del termine, ma un progetto capace di far convivere la musica lirica con la contemporanea. In verità, i prodromi di questo ambizioso progetto, frutto dello sforzo ideativo di due artisti cosentini, il compositore e sound designer Luigi Porto ed il poeta Andrea Amoroso, autore del libretto, si sono avuti a New York, nel marzo di quest’anno, in occasione dell’esecuzione, alla “Baruch’s Engelmann Recital Hall” di Manhattan, dell’aria portante della futura opera “Anita”, dal titolo “Provvisorietà”. Una serata che Porto e Amoroso difficilmente dimenticheranno e che giustamente continuano ad esibire come un vanto, anche quando del loro progetto ha voluto si parlasse, a distanza di qualche mese, la Commissione cultura del Comune di Cosenza che ha ospitato i due artisti cosentini nella “Sala Quintieri” del Teatro “Rendano”. In realtà lo sbarco nella Grande Mela è un po’ il fiore all’occhiello del sodalizio artistico tra Luigi Porto e Andrea Amoroso, anche per il respiro internazionale assunto dalla loro idea, supportata a New York dalla “International Brazilian Opera Company”, di cui Porto è membro fondatore assieme ai compositori brasiliani Joao MacDowell e Thiago Tiberio.
Il progetto ha trovato d’accordo la Commissione Cultura, a partire dal Presidente Claudio Nigro e dal consigliere Mimmo Frammartino che ha illustrato agli intervenuti il contenuto della proposta ricostruendo le carriere parallele dei due giovani artisti cosentini, di cui ha sottolineato l’indubbio valore, al pari della Vice Presidente della Commissione Maria Lucente che ha parlato di loro come di due eccellenze ed intellettuali nell’accezione più piena del termine.
Intenso il percorso artistico che Porto e Amoroso hanno condiviso fino all’approdo nella Grande Mela. Luigi Porto sbarca a New York da Roma, dove si stabilisce quando decide che Cosenza, la sua città, comincia a stargli stretta. Lo aiuta molto il fatto che ama sperimentare nuove tecniche del suono e questo, valendo in America i principi meritocratici, come lui stesso ha ammesso durante l’incontro del “Rendano”, gli facilita la strada. E’ quello delle colonne sonore il suo terreno più fertile. E’ lui a firmare le musiche di “Nightmare”, il film di Romano Scavolini, del 1981. Grande successo horror negli Usa, ma mai distribuito in Italia, dove però arrivò qualche anno più tardi (1984) “Nightmare – Dal profondo della Notte” , primo film della saga di Freddy Krueger, firmato da Wes Craven che, nel frattempo, aveva acquisito i diritti di sfruttamento del film primigenio.
Ora il compositore cosentino Luigi Porto è tornato a collaborare con Scavolini. Sono ancora sue, infatti, le musiche del nuovo film del regista, “L’Apocalisse delle scimmie”, contenute in un disco (“Scimmie”) presentato qualche settimana fa alla Libreria Ubik di Cosenza.
Uno spaccato di quello di cui è capace il sodalizio tra Luigi Porto e Andrea Amoroso è andato in scena nella Sala “Quintieri” del “Rendano”, in occasione della seduta della Commissione cultura. Un reading di poesia, con il poeta Amoroso a declamare i versi dalla sua raccolta “L’ora prima del giorno”, accompagnato al pianoforte da Luigi Porto. E’ poi Simona Mancuso a leggere altre poesie di Amoroso , “Nascita” e “Apocalisse”, prima di lasciare il leggìo ancora una volta al poeta per “Nemmeno le onde”. La performance è proseguita con “Song cycle”, una serie di canzoni liriche per soprano, arco e pianoforte, affidate rispettivamente ad Annalisa Gioia, Salvatore Sangiovanni e Paolo Montefusco. La musica lascia il passo alle parole, quando Porto e Amoroso spiegano il loro progetto, l’Opera “Anita”. “Non siamo mai stati dei melomani, ma, utilizzando gli strumenti che ci sono propri, la poesia e la musica contemporanea, abbiamo voluto giocare, come faceva Luciano Berio, con il retaggio dell’opera, modificandolo e rompendone l’involucro tradizionale. Tuttavia ci sono cose che non possono essere bypassate, perché, comunque, la cantabilità deve esserci.”
E mentre sullo schermo scorrono le immagini del concerto di Manhattan nel quale Anita era la cantante texana Abby Powell, in scena insieme alle soprano Julie Diniz (brasiliana) e Alexandra Felipe (portoghese), i due cosentini, per i quali si è già materializzato il sogno americano, coltivano ora quello di portare la loro opera al “Rendano”, il teatro della loro città. E non è escluso che ci riescano. La Commissione cultura ha lanciato un messaggio in tal senso. Al direttore artistico Lorenzo Parisi l’ultima parola.