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Riconoscimento della Commissione Cultura di Palazzo dei Bruzi al giornalista Emanuele Giacoia

riconoscimento al giornalista emanuele giacoia
28 apr 2014

Chi mastica calcio, quando si parla di Emanuele Giacoia, non può non riandare con la mente a quell’autentica epopea della Radiotelevisione Italiana, che coincise con la trasmissione radiofonica di culto, “Tutto il calcio minuto per minuto”, ideata nel ’59 da Guglielmo Moretti e con la televisiva “Novantesimo minuto”, una creatura, quest’ultima, nata da un’intuizione, altrettanto fortunata quanto la prima, di Paolo Valenti, Maurizio Barendson e Remo Pascucci. Emanuele Giacoia commentava le partite del Catanzaro, per la prima volta approdato in serie A, con la sua voce inconfondibile , quasi da doppiatore di film. In poco tempo divenne il più famoso giornalista calabrese d'Italia. La sua popolarità, a quel tempo, crebbe in maniera esponenziale.
Sue furono la radiocronaca e poi il collegamento televisivo dal “Militare” di Catanzaro quando la squadra giallorossa, allenata da Gianni Seghedoni, fece registrare uno dei risultati più clamorosi della storia del campionato di calcio di serie A, battendo la Juventus per uno a zero con la memorabile rete del centravanti Angelo Mammì. Era il 30 gennaio 1972.
Ma Giacoia alla Rai di Cosenza era arrivato nel dicembre del 1958, quando, proveniente da Napoli, partecipò alla nascita della sede Rai per la Calabria, la prima sede del dopoguerra ed il cui primo direttore fu il prof. Enrico Mascilli Migliorini, allora Direttore della Scuola di Giornalismo di Urbino.
In RAI Emanuele Giacoia, sostenuto da una grande professionalità, che gli valse il privilegio di collaborare con grandi firme del giornalismo come Sergio Zavoli ed Enzo Biagi, qualità alla quale si accompagnavano una grande capacità di ascolto e di mediazione ed una infinita umanità, scalò i diversi gradini della carriera: redattore, caposervizio, caporedattore ( dal luglio 1986 al’agosto del 1990, dopo essere subentrato a Franco Falvo), fino al prestigioso incarico di assistente dell’allora Direttore Generale della RAI Biagio Agnes, asunto nel settembre del 1990. Oggi Emanuele Giacoia è in pensione dalla Rai, ma non ha mai abbandonato il giornalismo, continuando a lavorare come direttore responsabile del “Quotidiano della Calabria”.
Il fatto di costituire un’eccellenza del giornalismo calabrese e non solo calabrese ha fatto sì che la Commissione cultura del Comune di Cosenza gli attribuisse un riconoscimento, il primo che il giornalista ha ricevuto dalla città che lo ha adottato e dove sono nati tutti i suoi figli (due dei quali hanno ripercorso le orme paterne) e tutti i suoi nipoti.
La cerimonia di consegna del riconoscimento a Giacoia si è svolta nel pomeriggio di oggi a Palazzo dei Bruzi. A far da relatrice, la Vice Presidente dell’organismo consiliare Maria Lucente che ha ripercorso, nel suo appassionato intervento, le tappe salienti della carriera del giornalista.
La Lucente ne ha ricordato non solo le grandi doti di giornalista sportivo, ma anche la grandissima competenza culturale e musicale, che dimostrò ampiamente quando seppe apprezzare, tra pochi, lo sforzo della stessa Lucente, quando agli inizi degli anni novanta, da assessore alla Cultura, invitò a Cosenza al Teatro “Morelli” il grande pianista russo Sviatoslav Richter.Un concerto storico, così come memorabile fu il servizio che Giacoia dedicò al grande artista.
Il compiacimento per la presenza di Emanuele Giacoia in Commissione cultura è stato esternato, oltre che dal Presidente Nigro, anche dal consigliere Mimmo Frammartino che ne ha ricordato i trascorsi a “Novantesimo minuto”, insieme ad altri volti notissimi del piccolo schermo come Beppe Viola, Tonino Carino, Cesare Castellotti e Luigi Necco che di quella trasmissione furono, insieme a Giacoia, indimenticati protagonisti.
Quando arriva il momento di parlare, Emanuele Giacoia ricorda il suo arrivo a Cosenza nel ’58. “Della Calabria – dice – avevo sentito parlare solo di Reggio e della Sila”.
A chi evoca la sua voce inconfondibile risponde che “non è più quella di una volta, che è arrochita” e confessa candidamente che quando era in RAI gli capitava spesso di essere chiamato dai colleghi a convincere al telefono qualche telespettatrice depressa che aveva minacciato il suicidio. I ricordi della professione vanno alla stagione d’oro di “Tutto il calcio…” (ben 19 gli anni trascorsi da Giacoia in collegamento dai diversi campi del Sud) e di “Novantesimo minuto” (altri 10 anni in video). Di quest’ultima appassionante esperienza ricorda anche il brutto episodio del ferimento del collega Luigi Necco all’uscita da un ristorante di Avellino: “ero con lui”. Si definisce un appassionato di pittura (incontrò e intervistò Giorgio De Chirico che ebbe un premio a Reggio Calabria) ed ammette di aver cercato, nel suo lavoro, sempre il meglio e le eccellenze della terra di Calabria. Alla fine, si dice grato di aver ricevuto dalla città di Cosenza, che porta sempre nel suo cuore, un premio che resta l’unico ricevuto dalla città dove ha vissuto tanto tempo. E chi lo sente oggi parlare, non può fare a meno di considerarlo ancora una volta “the voice”, come veniva affettuosamente chiamato dai colleghi ed anche da Bruno Vespa quando era direttore del TG1. Ecco perché, quando dice che la sua voce non è più quella di una volta si è portati a non credergli.






 

Autore: Giuseppe Di Donna