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Il 4 aprile nella Stagione del Morelli torna il teatro-canzone della coppia Vincenzi-De Luca con un altro ritratto graffiante della nostra società

spettacolo De Luca
02 apr 2014

Dario De Luca ha scelto il genere del teatro-canzone per raccontare il nostro Paese, per raccontare la società. Con questa formula, tanto leggera nella forma quanto significativa nella sostanza, ci rappresentò sul palcoscenico del Morelli, nella precedente Stagione di “More”, i bisogni di una generazione, quella giovane dei trenta-quarantenni in un’Italia che non promette loro un grande futuro.
Oggi Dario, fondatore di Scena Verticale insieme a Saverio La Ruina, profondamente calato nel progetto di residenza teatrale del Morelli dove segue personalmente anche tutte le classi della Scuola di Teatro, ci propone “Va pensiero che io ANCORA ti copro le spalle”, secondo appuntamento (venerdì 4 aprile alle ore 21) di quella che il regista-attore ha chiamato la Trilogia del Fallimento. «E’ un progetto di teatro politico – ci spiega - perché si occupa dell’Italia di oggi: di precarietà e lavoro, quello che non c’è; di giovani senza futuro in una società gerontocratica; di illusioni e disillusioni politiche; di fobie che accompagnano il nostro vivere quotidiano nel XXI secolo. Racconta di un paese fondato sul reality, di una collettività che comunica solo tramite social network, di individui che hanno rapporti virtuali. Si concede riflessioni filosofiche e si interroga, dissacrandoli, sui grandi dubbi del pianeta. Il tutto guardato dal nostro punto di osservazione “privilegiato” e “originale” che è la Calabria».
Il sodalizio è con Giuseppe Vincenzi che in questo caso ha ripreso il suo progetto musicale “Va Pensiero” e, grazie alla complicità di Dario De Luca, lo ha fatto rinascere, remixandolo all’interno di un progetto più ampio, di rinnovamento del teatro-canzone. «Stiamo scavando – racconta ancora Dario De Luca - nel solco profondo scavato dal teatro-canzone inventato da Giorgio Gaber e Sandro Luporini, dal quale la nostra Trilogia prende le rispettose ma dovute distanze e prova a trovare una sua personale cifra stilistica, convinti, oggi più che mai, che il “genere” possa avere ancora tanto da dire con modalità nuove e nuovi autori. Le canzoni sono graffianti, beffarde, sarcastiche, surreali, politiche; potrebbero ricordare quel filone italico della canzone umoristica che va da quella napoletana fino a Lauzi, Iannacci, Arbore, Benigni e Papaleo. I monologhi ironici, leggeri, amari, riflessivi, sono o lunghi prologhi alle canzoni o la continuazione di ragionamenti iniziati con il testo della canzone precedente».
In questa seconda produzione – la terza, “Parmi veder le lagrime ma è solo un coccodrillo”, è prevista nel 2015 – «un omino racconta in scena i propri fallimenti. Senza volerlo, parlando e cantando, con le
sue cronache così profondamente e tragicamente comiche, inventa una morale, che evidenzia bisogni e desideri di una società oramai in mutande e oltretutto sporche. Parla con ironia del mondo di cui fa parte, del quale non è protagonista ma semplice figurante. Racconta di un paese fondato sul reality; di individui che hanno rapporti virtuali; di uomini e donne che esprimono al meglio le loro emozioni solo con le faccine nei messaggi su WhatsApp». Lo spettacolo si avvale della presenza di Paolo Chiaia alle tastiere.
Si ricorda che è sempre attivo il servizio di car-sharing da Paola e dalla costa tirrenica organizzato dal portale sbirciapaola.it. Chi è interessato ad assistere agli spettacoli teatrali del Morelli, può scrivere a sbirciapaola@gmail.com per sfruttare l’organizzazione (spontanea) del car sharing, così da raggiungere il teatro in compagnia, nei giorni degli spettacoli.
 

Autore: Annarita Callari