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Per la rassegna MORE, il 3 maggio al Teatro "Morelli" lo spettacolo "L'Italia s'è desta" della compagnia Ragli

dalila cozzolino
02 mag 2013

Preceduto da un bel gruzzolo di premi, rastrellati un po’ dovunque, dalla vittoria al festival per monologhi “Uno” al Teatro del Romito di Firenze, al Festival Teatropia 2012, organizzato dall’Università di Siena e dedicato al tema mafia e politica, fino al prestigioso premio “Hystrio” di Milano dove è stato selezionato come testo finalista, approda ora al Teatro “Morelli” di Cosenza “L’Italia s’è desta” – un piccolo (falso) mistero italiano, spettacolo della compagnia teatrale “Ragli/Dodotto Teatro”, interpretato dall’attrice cosentina Dalila Desirèe Cozzolino per la regia di Rosario Mastrota che è anche autore del testo.
Lo spettacolo si inserisce nell’ambito della Rassegna “More” e sarà rappresentato domani, venerdì 3 maggio, alle ore 21,00, al “Morelli”, penultimo appuntamento della stagione di prosa promossa da “Scena Verticale”, titolare della residenza teatrale della struttura di via Oberdan.
Nel monologo “L’Italia s’è desta”, l’attrice Dalila Desirèe Cozzolino interpreta il ruolo di Carla, una donna che non è nessuno e non ha fatto nulla di speciale. Ha una vita assente, da invisibile. Vive in un piccolo paese del sud e il suo succo preferito è il succo di mela verde. Conosce tutti in città e tutti la conoscono. Lei parla con tutti ma nessuno le risponde. Mai. E' la scema, la strana, la scarpe strane del paese. E lei sa di esserlo. Suo padre è morto e sua madre la costringe a mangiare carne di mucca. Ha un'amica che si chiama Maria, scomparsa. Tra il niente che la contraddistingue e il nulla che la attornia, Carla racconta la sua storia, del suo momento, del suo segreto: un pomeriggio senza storia assiste ad un rapimento, quello della nazionale di calcio alla vigilia dei mondiali, da parte della 'ndrangheta, in Calabria.
Vede tutto, ma nessuno le crede quando prova a raccontare quello che ha visto.
Il rapimento è di quelli che fanno subito audience. E in un paio di giorni la notizia invade le case: radio, televisioni e giornali assediano il piccolo paese. L'Italia è incollata alla televisione. Lo scoop dilaga, esplode.
Esercito, politica e giornalisti all'assalto del nuovo fenomeno mediatico. E, tutti accecati dalla notizia “bomba” da regalare, non si accorgono di Carla, l'unica che sa. Nessuno le crede.
Ma lei si inventerà un modo per raccontarlo a tutti: in diretta nazionale. Tra lo stupore di Bruno Vespa a “Porta a porta”. Carla risolve il piccolo mistero italiano, restando, tuttavia, invisibile. La spettacolarizzazione vince sul fatto.
Nelle note di regia Rosario Mastrota chiarisce che mentre “il monologo che racconta è arcaicamente legato alla riflessione sociale che tutto ciò che è detto appartiene alla storia e quindi alla verità, questa operazione gioca, invece, nel caso specifico, sul falso accaduto. Un'invenzione plausibile che rispecchia la faciloneria delle “vittime” dei mass media e l’esaltazione e manipolazione che ne deriva. Basta pensare ai casi più recenti di manomissione e celebrazione della realtà criminale italiana: Sara Scazzi, Garlasco, Cogne, Costa Concordia, ecc.
Il gioco de “L'Italia s'è desta” – puntualizza ancora il regista e autore del testo Rosario Mastrota - si svolge sull'idea del racconto reale di qualcosa che come al solito, successivamente, viene manomesso. Ma che nel caso specifico è già manomesso alla fonte. E' un racconto metaforico-ironico di un’Italietta credulona, epiteto significativo.
Nel monologo la questione ‘ndranghetista viene affrontata in maniera leggera, dalla lettura “innocente” di una povera ragazza che della semplicità fa la sua arma, innocua. Col sorriso innocente e senza neanche un proiettile si riesce a ferire chi, invece, fa della violenza la stabilità della sua organizzazione.”
Fondata da Rosario Mastrota, formatosi presso i Corsi di Formazione Teatrali di Scena Verticale, la compagnia Ragli/Dodotto Teatro, con sede operativa a Roma, ha, con “L’Italia s’è desta”, vinto, tra gli altri riconoscimenti, anche il Premio Centro alla drammaturgia al Teatro dei Battuti di Cuneo ed ha avuto un’importante segnalazione al Teatro “Valle” di Roma, nell’ambito della manifestazione “Permanenze 2012”.
L’interprete del monologo, Dalila Desirèe Cozzolino, si è diplomata al CIFA (Centro Internazionale Formazione delle Arti) di Cosenza e all’Accademia Corrado Pani di Roma. Tra i suoi studi spicca soprattutto quello con Pippo Delbono.



 

Autore: Giuseppe Di Donna