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Il Consiglio comunale vota due risoluzioni sulla metropolitana leggera. Approvato documento della maggioranza sulla "questione Rom"

comsiglio comunale
24 apr 2013

Si è aperta con le dimissioni del consigliere Lino Di Nardo da capogruppo del PDL la seduta odierna del Consiglio comunale.
Le dimissioni di Di Nardo sono state motivate dallo stesso consigliere con le polemiche scaturite nei giorni scorsi con gli altri componenti del gruppo e di cui ha dato notizia la stampa
L’annuncio di Lino Di Nardo ha preceduto di qualche minuto la lettura, da parte del Presidente del Consiglio comunale Luca Morrone, di un documento di sfiducia presentato dai consiglieri del PDL Massimo Lo Gullo, Carmine Manna e Francesco Spadafora.
“Alla luce delle dichiarazioni pubbliche rilasciate in più occasioni dal capogruppo Lino Di Nardo su rilevanti questioni di natura politico-amministrativa in aperta contrapposizione alle linee programmatiche del partito e dello stesso gruppo consiliare – si legge nel documento a firma dei consiglieri Lo Gullo, Manna e Spadafora - senza avvertire la necessità di investire l’intero gruppo, peraltro mai riunito, sfiducia lo stesso e nomina quale nuovo capogruppo del Pdl il consigliere Carmine Manna. Di tale decisione – conclude il documento - si informano contestualmente gli organi statutari del partito per la presa d’atto.”
Prima che in Consiglio iniziasse la trattazione accorpata dei due ordini del giorno relativi allo stato di attuazione dei procedimenti amministrativi sulla realizzazione della metropolitana leggera e al suo atto di indirizzo, il consigliere comunale del PD Marco Ambrogio ha chiesto al Consiglio che si osservasse un minuto di raccoglimento per la scomparsa della madre dell’ing. Mario Colucci, del settore Infrastrutture di Palazzo dei Bruzi.
La discussione riguardante la metropolitana leggera ha fatto registrare gli interventi dei consiglieri Carmelo Salerno, Giovanni Quintieri, Enzo Paolini e Marco Ambrogio.
Sull’argomento all’ordine del giorno sono state poi presentate due risoluzioni, una dalla maggioranza, primo firmatario Carmelo Salerno, e l’altra dalla minoranza, primo firmatario Enzo Paolini. Accogliendo la richiesta del Consigliere Ambrogio per arrivare ad un unico documento convergente, il Presidente del Consiglio comunale Luca Morrone ha sospeso per qualche minuto la seduta per consentire ai capigruppo e ai primi firmatari delle due risoluzioni di riunirsi per arrivare alla elaborazione di un documento comune. Alla ripresa dei lavori, non essendo maggioranza e minoranza pervenuti ad un documento unitario, ma solo per mancanza del tempo necessario ad approfondimenti, sono stati posti in votazione i due documenti che nella sostanza sono pervenuti a conclusioni analoghe.
Nel documento della maggioranza, illustrato in aula dal consigliere Carmelo Salerno, si sottolinea che “la metropolitana leggera che andrà a collegare il centro della città di Cosenza con Rende e l’Università della Calabria, costituisce, per l’importanza strategica e per la consistenza della provvista finanziaria stanziata per la sua esecuzione, una delle opere infrastrutturali più importanti dell’area urbana. L’opera – prosegue la risoluzione della maggioranza – ha seguito un iter amministrativo molto complesso e articolato che ha visto impegnate istituzioni locali e territoriali ed organismi comunitari nell’effettuare valutazioni particolarmente approfondite, sotto il profilo politico, amministrativo, tecnico e di sostenibilità finanziaria relativa alla realizzazione dell’intervento e alla conseguente gestione del servizio di trasporto.
Il percorso che ha portato allo stanziamento dell’ingente provvista finanziaria necessaria per la concreta esecuzione dei lavori si è concluso positivamente con la previsione di adeguate somme provenienti in parte da fondi comunitari, in parte da risorse nazionali e, in parte, da fondi regionali. Sussistono finalmente – così il documento della maggioranza illustrato da Salerno – le condizioni ed i presupposti amministrativi e finanziari per far sì che il progetto venga effettivamente e concretamente finanziato. In questa prospettiva, l’investimento, unitamente ad altri auspicabili interventi di razionalizzazione del sistema di trasporto pubblico e di mobilità, offrirà alla collettività un servizio efficiente, moderno, economico ed ecologico che arricchirà e modulerà ulteriormente, elevandone il livello qualitativo, l’offerta all’utenza dell’intera area urbana, contribuendo a disincentivare l’utilizzo del mezzo privato.” E qui il documento fissa dei paletti di cui si dovrà tener conto nella realizzazione dell’opera: “l’opera, tuttavia, dovrà essere realizzata nell’ottica di limitare al minimo l’impatto ambientale e paesaggistico, di preservare le aree destinate a verde e quindi la parte centrale del Viale Mancini, evitando che vengano allocate barriere fisiche e visive nei tratti di attraversamento dello stesso viale. Dovrà inoltre essere utilizzata la massima accortezza tecnico-architettonica per realizzare un miglior inserimento ambientale delle stazioni di fermata, mediante, se necessario, la predisposizione di un approfondito studio e dovranno essere adottati tutti i più moderni accorgimenti tecnici per ridurre al massimo l’emissione di rumori e il prodursi di vibrazioni”. Altre prescrizioni indicate: la limitazione al massimo dell’utilizzo delle carreggiate di viale Mancini, la realizzazione, ove sia possibile tecnicamente, della linea ferrata non al centro di viale Mancini, ma sul lato ovest dello stesso viale, al fine di contestualizzare meglio l’infrastruttura con l’attuale assetto urbanistico, la predisposizione di tutto quanto necessario per far sì che, in fase di cantierizzazione, sia consentita l’utilizzazione di almeno una carreggiata per il traffico veicolare e della zona verde per i pedoni. Ultima avvertenza della maggioranza, fermo restando l’intento del Consiglio comunale, di sostenere la realizzazione dell’opera, sollecitare la Regione a far sì che nel disciplinare di gara sia prevista la possibilità di apportare, in sede di offerta da parte delle imprese partecipanti – varianti migliorative che rendano la stessa aderente ai criteri e alle esigenze prospettate. Il tutto sempre nell’interesse prioritario di non perdere il finanziamento.”
Più sintetico, ma sostanzialmente analogo il documento della minoranza, illustrato in Consiglio comunale dal consigliere Enzo Paolini.
Nella risoluzione presentata dalla minoranza si legge che “il consiglio comunale impegna Sindaco ed Amministrazione a porre in essere tutte le procedure necessarie per dotare la città della metropolitana leggera anche al fine di non perdere il finanziamento a ciò destinato. Manifesta la propria disponibilità a valutare, nelle forme e nei modi opportuni- e sempre a condizione di conservare il finanziamento – ogni eventuale adeguamento dell’opera che possa essere proposto e ritenuto necessario per le attuali esigenze della città”. Passati alla votazione delle due proposte, quella della maggioranza è stata approvata con 18 voti a favore e 7 astenuti, mentre quella della minoranza è stata respinta con 7 voti a favore, 8 astenuti e 10 contrari.
Prima della votazione delle due risoluzioni e al termine degli interventi sulla metropolitana leggera era intervenuto il Sindaco Mario Occhiuto.
“Se è da 20 anni che la metropolitana leggera è incompiuta – ha detto il Sindaco - non è certo per colpa di questa Amministrazione.
Non potremmo portare progetti a variante, perché la competenza è regionale e per lungo tempo si è seguito questo iter.
Tutti sanno che sono a favore del sistema di trasporto pubblico urbano, tant’è vero che abbiamo in qualche modo stravolto la mobilità cittadina con l’istituzione della circolare veloce che porteremo anche a via Popilia.
Con il Sindaco di Rende si era discusso di un allargamento anche all’area urbana, ma poi non se ne è fatto nulla e ci siamo fermati solo a Cosenza.
Per quanto riguarda la metropolitana leggera, va detto che ho ripetutamente incontrato rappresentanti politici e tecnici della Regione Calabria per proporre soluzioni migliorative. Sono contro l’idea di una metro leggera pensata negli anni ‘90 e che oggi necessiterebbe di alcuni correttivi.
Ho sollevato delle problematiche che mi vengono dalla mia esperienza personale e non solo.
Intanto non è una metropolitana, perché le metropolitane sono collegamenti veloci, come quello immaginato da Vittorio Gregotti e che avrebbe consentito di raggiungere l’Università in pochi minuti. Altra questione, il notevole tempo di percorrenza. Normalmente le metropolitane corrono sottoterra, perché consentono di raggiungere in poco tempo la loro destinazione.
Un’altra perplessità riguarda la tecnologia.
La sostenibilità ecologica è il punto di forza dei sistemi su rotaia.
Non solo abbiamo i mezzi a gasolio, ma mezzi elettrici su gomma, di dodici metri. Le tecnologie sono nel tempo migliorate. Occorrerebbe, dunque, un adeguamento da questo punto di vista.”
Nel suo intervento il Sindaco Occhiuto non ha trascurato i riferimenti ai costi di investimento e di gestione.
“C’è bisogno di una manutenzione costante, continua, senza trascurare che i sistemi hanno bisogno di continui controlli per tutelare la sicurezza e l’incolumità degli utenti.
Altra problematica è quella della sostenibilità economica. In ogni sistema tranviario esistente in Italia c’è un’utenza di passeggeri che giustifica la sostenibilità dell’investimento.
C’è poi un aspetto urbanistico. Il nostro progetto prevede una serie di espansioni, per esempio nell’area dove sorgerà il Ponte di Calatrava, che tende a non marginalizzare l’area ad est della città.
Anche la riduzione dell’area pedonale verde equivale ad un’assurdità dal punto di vista urbanistico.
Altra opportuna riflessione riguarda via Popilia per fare un discorso più organico e legarla meglio all’infrastruttura.
Ci sono elementi di criticità e per questo da noi sono venute alcune proposte, apportando semplicemente delle idee ad altri soggetti che dovevano recepirle.
Bisogna presentarsi ai cittadini dicendo sempre la verità. E’ bene che le posizioni siano espresse in modo chiaro.
La Regione sta andando avanti autonomamente. Ci sarebbero ancora oggi le possibilità per rimodulare il progetto, mantenendo dei punti fermi per salvaguardare gli aspetti urbanistici, per esempio quelli tesi a non rovinare Viale Mancini, cosa che avverrebbe nella fase della cantierizzazione.
Abbiamo dato delle indicazioni – ha concluso il Sindaco Occhiuto -. Nella sostanza il viale Parco non dovrebbe essere interessato nella parte verde, né sopportare barriere visive, né pedonali. Così come dovrebbero essere seguiti degli accorgimenti ed effettuati studi approfonditi delle fermate dal punto di vista architettonico.
Sono questi punti imprenscindibili su cui non si può derogare. E le risorse non vanno assolutamente perse.”

IL DIBATTITO

L’intervento del Sindaco Occhiuto sulla metropolitana leggera era stato preceduto da quelli dei Consiglieri comunali Carmelo Salerno (Lista Scopelliti), Giovanni Quintieri ( Lista Scopelliti), Enzo Paolini (PSE) e Marco Ambrogio (PD)
Carmelo Salerno si è detto favorevole alla metropolitana leggera. “Una scelta di coerenza politica e amministrativa – ha affermato il consigliere Salerno.
In occasione delle elezioni amministrative di due anni fa abbiamo sottoposto un programma condiviso dagli elettori che ha consentito al Sindaco Occhiuto di vincere la competizione elettorale. In quel programma era chiaro che l’Amministrazione comunale avrebbe sostenuto il progetto di metropolitana leggera finanziato dalla Regione Calabria, impegnandosi nella realizzazione dell’infrastruttura.
Il principio di coerenza impone una valutazione attenta. E’ possibile anche cambiare idea, ma è necessario che l’argomento venga portato in consiglio con i nuovi elaborati progettuali e sulla scorta di una valutazione politica.
Sono molti gli argomenti a sostegno della necessità di realizzare l’opera: i 160 milioni di euro di finanziamento, corrispondenti a 32 miliardi delle vecchie lire e la prospettiva di avere un servizio più efficiente, più economico e più ecologico, per il fatto di utilizzare energie rinnovabili, senza contare che i collegamenti tra Cosenza, Rende e l’Università saranno più adeguate alle esigenze dei cittadini e degli studenti che abitano a Rende e ad Arcavacata.
Lei dice – ha sottolineato ancora Carmelo Salerno rivolgendosi al Sindaco – che la metropolitana non è un attrattore, ma, a mio avviso, è uno strumento per far sì che molte altre persone vengano in città per godere delle attrazioni che lei stesso è riuscito a mettere in campo in questi due anni di governo della città.
La realizzazione della metro leggera va messa in relazione poi ad un’altra idea messa in campo della Regione, in materia di mobilità. Mi riferisco al PISL che prevede l’intervento di ristrutturazione della linea ferrata che collega Rogliano con Cosenza. Sarà l’unico collegamento che unirà Rogliano con Cosenza, Rende e l’Università.
Le peculiarità urbanistiche e geomorfologiche rendono adeguata la realizzazione dell’intervento lungo l’asse tranviario longitudinale.
L’alternativa sarebbe farla correre lungo la vecchia linea delle Ferrovie Calabro-Lucane, ma trattasi di ipotesi strumentale. Quella linea non ha funzionato e non è stata gradita dalla collettività.”
A sostegno della metropolitana leggera Salerno ha evidenziato anche le ricadute economiche che dalla realizzazione deriveranno per tutta l’area urbana. “La realizzazione di questo consistente intervento e l’investimento di ingenti risorse di darà un contributo alla ripresa economica del nostro comprensorio già notevolmente martoriato.
La realizzazione dell’opera dovrà essere accompagnata dalla razionalizzazione e dal riordino dell’intero sistema di trasporti per ridurre le spese e pervenire ad una gestione economicamente vantaggiosa.
Il progetto, così come è stato approvato, è stato valutato positivamente dalla Commissione Europea che ha considerato anche l’effetto benefico che porterà ai nostri territori.
Altro argomento che lei agita spesso, riguarda il fatto che la realizzazione lungo il viale Mancini possa ricostituire una barriera tra il centro città e via Popilia. Sul punto condividevo le sue sollecitazioni e i suoi suggerimenti migliorativi tesi ad un corretto impatto ambientale ed urbanistico. Bisogna, però, dire che non è vero che l’opera comporta un deturpamento urbanistico.” E a tal proposito il consigliere Salerno ha portato gli esempi del centro storico di Firenze, dove esiste un servizio di trasporti su rotaia,, di Milano, dove le rotaie passano persino davanti al Teatro alla Scala, e addirittura di Parigi, davanti al Museo del Louvre.
“Se si decide di cambiare il percorso e farlo andare sulla vecchia linea – ha concluso Salerno - vi è la certezza di perdere i soldi. Per far questo l’intervento andrebbe riprogettato e i soldi si perdono. A godere dell’opera saranno, probabilmente, i pronipoti degli attuali consiglieri comunali e non i cittadini di oggi.
Abbiamo il dovere morale e la responsabilità di realizzare quest’opera. Solo in questo modo offriremo un servizio appetibile alla nostra comunità.”
Subito dopo è intervenuto il consigliere comunale Giovanni Quintieri, Presidente della Commissione trasporti di Palazzo dei Bruzi.
Quintieri ha posto la necessità di partire da dati tecnici reali. E a questo proposito ha richiamato gli studi condotti dal Prof. Demetrio Festa, del Dipartimento di Pianificazione Territoriale dell’Università della Calabria, autore degli studi di fattibilità del progetto.
“Nello studio del prof.Festa – ha sottolineato il consigliere comunale Giovanni Quintieri - ci sono molte ragioni a sostegno dell’opera, anche se con opportune migliorie e aggiustamenti
Il problema sarà la sua sostenibilità futura. I 160 milioni arriveranno, ma domani l’opera sarà in grado di sostenere i costi di gestione? Per esempio, la città di Messina che ha una densità abitativa simile a quella di Cosenza e che esprime un dato di 45 mila presenze al giorno che è la soglia per sostenere i costi successivi, non è riuscita a sostenere i costi.
Ecco perchè sono necessari quei correttivi e quelle migliorie che possono dare all’opera un assetto che ne consenta in futuro la sostenibilità.
Si è anche detto che il Viale si ridurrebbe e che perderebbe il suo ruolo di riqualificazione di via Popilia. Un punto che dovrebbe essere, anche questo, attentamente valutato.
La proposta che può essere avanzata è quella di far correre la metro leggera sull’attuale linea delle Ferrovie della Calabria, riqualificando l’esistente.
Altra soluzione potrebbe essere quella di spostare il tracciato sulla carreggiata ovest di viale Mancini senza danneggiare il verde. Va detto che concretamente nel territorio cosentino il trasporto su gomma con le decisioni assunte dal Sindaco Occhiuto è diventato più efficiente, soprattutto da quando questa Amministrazione, sin dal giorno del suo insediamento, si è inventato il servizio della circolare veloce, felice intuizione avuta dal Sindaco, anche se va dato atto all’Amaco di aver fatto un lavoro egregio, così come encomiabile è il lavoro del personale della società di trasporto urbano che ne garantisce la fruizione, anche in condizioni non ottimali.”
Tornando alla metropolitana, Quintieri ha detto ancora che “le grandi opere incidono in maniera forte sul tessuto della città e che, pertanto, avrebbero bisogno di una larga condivisione politica. Dobbiamo trovare una giusta sintesi e spero che questo possa accadere già da oggi.” Un ultimo passaggio Quintieri lo ha riservato al consigliere lino Di nardo, ringraziandolo per il lavoro svolto e per il “suo coraggio, la sua determinazione e la sua autenticità”.
Dopo Quntieri è intervenuto il consigliere Enzo Paolini che ha esternato le sue perplessità. “Mi sforzo di capire –ha esordito. Pratiche del genere sottendono l’interesse forte dell’intera città, cambieranno il modo di vivere e di muoversi di intere generazioni, ma sottendono anche interessi rilevantissimi. Bisogna aver chiaro – ha detto Paolini - l’obiettivo dove si vuole arrivare. L’ultima seduta aveva lo stesso ordine del giorno ed è stata rinviata. Ancora non sono stati chiariti alcuni punti importanti tra il Sindaco e il Governatore della Regione.
Oggi torna in consiglio l’esame della stessa pratica.
Mi sarei aspettato una nuova proposta o maggiore chiarezza sul substrato tecnico-progettuale ed economico. E capire se siamo d’accordo o non siamo d’accordo.
Non mi sembra che la discussione stia prendendo questa piega. Non c’è una nuova proposta e suggestivi mi appaiono gli elementi forniti dal consigliere Salerno.
Il percorso che stiamo seguendo, a mio avviso, è una melina che non ci fa capire e che forse potrebbe portare al rischio di perdere il finanziamento. Condivido il ragionamento di Salerno. La metodologia del suo intervento è giusta. Ma questa melina non viene compresa dalla città. Se bisogna riportare la pratica in consiglio, la si porti pure, ma con le modifiche che ci indicheranno gli uffici tecnici.
Ma se c’è, come c’è, una interconnessione e un’intermodalità di progetto, le modifiche devono essere portate all’attenzione anche delle altre municipalità interessate.”
Dopo Paolini è stata la volta del consigliere Marco Ambrogio: “Oggi riusciamo finalmente a discutere della metropolitana leggera – ha esordito. Si tratta di un progetto strategico che segue la linea del Por e quando si parla di cambi sostanziali, ciò equivale a far perdere la strategicità dell’opera e a non realizzarla.
Il gruppo consiliare che rappresento non è chiuso a nessuna alternativa, a patto, però, di venirne a conoscenza.
Alla linea del Sindaco che opta per un cambiamento strategico del tracciato, si contrappone la linea conservativa che i consigli hanno approvato e che permetterebbe di non far perdere il finanziamento di 160 milioni di euro che potrebbe risollevare le sorti dell’economia della città. Le cooperative potrebbero essere impiegate in questo progetto e tanta altra manovalanza potrebbe essere coinvolta. Sono due le cose che ci danno da pensare : se si crede di utilizzare i fondi per un’opera diversa, ciò significa perdere l’opera e i finanziamenti, come è accaduto per i PISU dell’eco villaggio.
Questa Amministrazione – ha detto ancora Ambrogio - ha perso un milione e settecentomila euro per quel progetto inutile. Oppure il Sindaco vive nel mondo dei sogni, non capendo che stiamo prendendo schiaffi dalla Regione amica.
Quando un assessore regionale come Fedele dice che a giorni partirà la Stazione Unica Appaltante con quel progetto, stiamo perdendo tempo. Di cosa dobbiamo continuare a discutere? Non è un problema di metodo, ma prima di merito.
Volevamo saperlo nelle sedi opportune, che sono i consigli comunali.
Invece, ci si chiude nelle stanze per discutere le sorti di un progetto strategico che potrebbe stravolgere il concetto di area urbana e di sistema strategico dei trasporti nell’area urbana.
Leggevo il 3 marzo dello scorso anno un articolo nel quale la metropolitana leggera veniva inserita tra le incompiute più longeve nella storia del Comune. Altre incompiute riguardano il Parco Acquatico e il Castello Svevo. Noi non permetteremo – ha concluso Ambrogio rivolgendosi al Sindaco - che per sua mano anche la metro leggera possa entrare nelle incompiute. Ecco perchè chiedo che ci si sieda attorno ad un tavolo per vincolare il Consiglio e la Giunta a non stravolgere il progetto, perdendo i fondi. Non ce lo possiamo permettere.”
Il Consigliere Marco Ambrogio è intervenuto anche nella trattazione dell’ordine del giorno relativo al Centro Anziani di Donnici.
“Dopo diverse sollecitazioni è stata finalmente risolta la questione del centro anziani di Donnici – ha detto Ambrogio. A questo proposito desidero ringraziare l’Assessore Gentile per la celerità che ha avuto nella ristrutturazione. E’ compito di questa parte politica dire quando ci sono le negatività, ma anche le positività vanno messe in evidenza.”
Sull’altro punto all’ordine del giorno, concernente la proposta di modifica della modalità adottata nella nomina degli scrutatori, il consigliere Mimmo Frammartino, firmatario dell’ordine del giorno, ha chiesto il rinvio della discussione ad altro consiglio comunale “per la necessità di procedere ad approfondimenti”.
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Il Consiglio comunale, prima di decidere per il rinvio su proposta del consigliere Michelangelo Spataro, ha discusso anche il sesto punto all’Ordine del Giorno, inerente la “questione Rom”.

E’ ancora il consigliere Marco Ambrogio ad intervenire per primo.
“Quando si parla di rom, bisogna intendere la più complessa situazione di tutti i rom presenti in città. Cosenza è stata sempre una città accogliente, ma rischia di passare per una città razzista. Non voglio farne una questione razziale, ma voglio sottolineare l’incapacità progettuale e programmatica di questa giunta. Costruire docce e di progettare un nuovo villaggio nella zona di via Popilia. Perché costruire docce e pensare alla costruzione di un nuovo villaggio nella zona di via Popilia ? Perché non destinare i 3 miliardi di vecchie lire del costo del progetto ai rom di via Reggio Calabria?
Il dato politico rilevante è che il progetto dell’ecovillaggio, contenuto nei PISU, è stato bocciato dalla Regione.
La bocciatura fa sì che la città perda quell’ingente somma che poteva alleviare le sofferenze di una parte di popolazione.
L’altra idea geniale dell’Amministrazione è stata, all’indomani dell’incendio che ha colpito il campo rom di Vaglio Lise, quella di allocare quelle famiglie rom nel palazzetto di Casali.
Il risultato è stato quello di creare una vera e propria bomba sociale e un duplicato della baraccopoli, deturpando un quartiere e un luogo di sport.
Quale linea programmatica attua, risolutivamente, l’Amministrazione comunale?
Oltre a sancire il fallimento dell’Amministrazione su questa vicenda, non posso limitarmi a restare fermo sulla critica senza avanzare soluzioni alternative, già proposte,peraltro. Abbiamo portato avanti una nostra idea progettuale: dobbiamo tutelare prima l’incolumità nostri cittadini e non ne faccio, lo ripeto, una questione razziale.
Il nostro progetto prevede una redistribuzione delle famiglie rom sul territorio provinciale, facendo sedere allo stesso tavolo Comune e Provincia. L’Amministrazione sposi il nostro progetto. Non è giusto che la nostra città si faccia carico di migliaia di persone. Così facendo, daremo alla città maggiore sicurezza e una maggiore vivibilità.”
Il consigliere Cataldo Savastano nel suo intervento è partito da una distinzione: “una cosa è discutere dei rom cittadini europei e una cosa è parlare dei cittadini di Cosenza. I rom cosentini – ha detto Savastano - vivono in quelle condizioni da più di vent’anni. E sono condizioni disumane. Se, a distanza di due anni, i fondi sono andati perduti, la situazione è gravissima.
Sono rimasto abbastanza sorpreso della soluzione adottata dall’Amministrazione comunale. Non è un mistero che le decisioni temporanee, assumono col tempo carattere di definitività,
C’è da dire, inoltre, che in quella zona non ho mai visto un controllo.
Oggi non siamo in grado di capire chi vi abita in quel palazzetto e non vedo mai le stesse facce. Li abbiamo collocati lì e non sappiamo cosa succede. Il palazzetto di Casali va ripristinato daccapo.
C’è un silenzio assordante, ancora oggi. Non vedo nessuno che si preoccupa di questa situazione. Con un ulteriore aggravio: lo avevamo messo a gara, c’era un aggiudicatario che doveva pagare un fitto, non sappiamo se domani potrà rivalersi sulle casse del Comune.”
Anche per il consigliere comunale Mimmo Frammartino, intervenuto subito dopo, “la situazione al palazzetto di Casali è insostenibile. Ci siamo recati personalmente al palazzetto dove abbiamo toccato con mano una situazione a noi sconosciuta.
L’assise deve discuterne seriamente, altrimenti ci rendiamo complici di una situazione che conosciamo e che non denunciamo.”

“Ho parlato con i Rom  e ho avvertito loro distanza e la nostra inadeguatezza – esordisce Enzo Paolini (PSE). Distanza dalla nostra cultura e dal nostro modo di vivere, la nostra inadeguatezza a cimentarci con una materia così complessa. Questa gente per noi non esiste e emerge dall’inferno solo quando succede un fatto straordinario, un’alluvione o un incendio. Nel momento in cui sono diventati ingombranti - secondo il consigliere del PSE - si è pensato di chiuderli in un palazzetto dello sport di un quartiere periferico per renderli non visibili. Noi siamo una istituzione – afferma Paolini - il cui faro deve essere la Costituzione che ci obbliga a non fare distinzioni tra i cittadini e a proteggerli. Nessuno di questi obiettivi è stato raggiunto dal Comune di Cosenza. Non è semplice, ma un governo municipale non può rimanere indifferente o peggio nascondere la polvere sotto il tappeto.
Nel palazzetto di Casali si compie ogni giorno il crimine di far vivere persone in modo disumano e incivile, il crimine che bambini da 5 a 10 anni non vadano a scuola e siano dediti al furto, il crimine di privare la città di una struttura sportiva”. A conclusione del suo intervento, il rappresentante del PSE annuncia la presentazione di un documento della minoranza per chiedere un tavolo congiunto sui Rom con la provincia e gli altri enti competenti.
Giovanni Cipparrone (SEL) sostiene che la questione Rom “interessa poco alla maggioranza perché non presuppone interessi economici”. Il consigliere di Sel, richiamando la seduta del Consiglio comunale alla quale partecipò anche il Vescovo, chiede agli assessori che ne hanno delega “se da allora ad oggi qualcosa è successo, se c’è stato per esempio un censimento. Non abbiamo avuto più alcuna risposta, le responsabilità di questo assoluto silenzio sono da addebitare agli assessori perché nelle commissioni non riusciamo a capire di cosa si è discusso su questo tema”.
Sergio Nucci (Polo Civico Buongiorno Cosenza) afferma che “il problema Rom non riguarda solo la nostra comunità, ma tutte le comunità contermini a Cosenza. Se oggi sentiamo proteste, lamentele ed una certa contrarietà a certi progetti, è perché non abbiamo trasmesso alla comunità che verso i suoi figli c’è uguale attenzione.
È in questa direzione – sostiene Nucci - che deve essere orientato lo sforzo dell’Amministrazione, l’accoglienza verso chi è sfortunato ma senza tralasciare mai chi ha diritti consolidati nella nostra città”.
Il consigliere Nucci si dichiara convinto che “il Centro di valorizzazione culturale ha anche una sua valenza, ma solo se le regole sono chiare e condivise. Ci aspettiamo che sulla questione Rom intervenga la Provincia, perché ci siamo fatti promotori di iniziative, anche costose e dolorose che probabilmente non ci competono per intero.
È logico, legittimo e auspicabile che per questo tipo di problemi ci sia ampio coinvolgimento di altri ruoli istituzionali. Motivo per il quale chiedo un Consiglio comunale aperto per confrontarci con tutte le forze da coinvolgere”.
Nella sua replica, il Sindaco Mario Occhiuto, ricordando il negativo quadro economico finanziario all’interno del quale l’Amministrazione ha comunque garantito servizi importanti, ribadisce l’attenzione per la problematica Rom. “Non abbiamo messo la benda davanti agli occhi – afferma- ma al contrario abbiamo programmato e chiesto finanziamenti per portare a soluzione il problema.
Stiamo ancora cercando immobili per ospitare queste persone, e lo facciamo spesso in solitudine, perché le enunciazioni di solidarietà alla fine rimangono tali”. Il primo cittadino fa riferimento all’ultimo sopraluogo a Casali, avvenuto il 28 marzo, che ha censito 5 nuclei familiari presenti per un totale di 26 persone. “Per loro - ricorda - l’alternativa era stare sul fiume. Abbiamo dato loro ospitalità, in un modo che so non essere quello giusto, ma era l’unico per dare un tetto a tante persone, tra cui anziani e bambini. Ho compiuto gesti, già il giorno dopo l’insediamento, che qui sono stati banalizzati, come portare l’acqua nel campo rom. Non mi si venga a dire, con ipocrisia, che la nostra colpa è non stare vicino ai rom o alle cooperative.
Ho partecipato a decine di comitati di ordine pubblico – prosegue il Sindaco - nei quali abbiamo portato proposte, compreso un regolamento che deve stare senz’altro alla base del Centro di valorizzazione della cultura Rom, che non è fatto solo di residenze. Siamo in un momento difficile ma seguiamo la strada della verità, senza strategie sotterranee. Sono qui per trovare soluzioni, anche facendo scelte impopolari, ma devo dire quali sono realmente le soluzioni possibili e praticabili”.

Al termine del dibattito sono stati presentati due documenti che tali sono rimasti, anche dopo la conferenza dei capigruppo, convocata dal Presidente Luca Morrone per cercare un documento condiviso.
I documenti in questione sono stati presentati dalla maggioranza, primo firmatario Sergio Nucci, il primo – quello che poi è stato approvato dall’assemblea con 16 voti; dalla minoranza, primo firmatario Marco Ambrogio, il secondo.
Nel documento bocciato i consiglieri della minoranza intendevano impegnare “il Sindaco alla costituzione di un tavolo istituzionale insieme agli enti Provincia e Regione, ed eventualmente Opera Nomadi, per evitare che di questa vicenda se ne faccia carico soltanto la nostra città e pervenire ad una soluzione dignitosa per l’intera comunità”.
Più complesso e corposo il documento illustrato da Sergio Nucci che si esprime a favore del Centro per la valorizzazione della cultura Rom, contemplato nel programma del Sindaco Mario Occhiuto.

 (documento approvato in allegato)

 

 


 

Autore: Giuseppe Di Donna