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Giovedì 20 dicembre alla Città dei Ragazzi presentazione del libro "Voglio un orso" - I bambini di Cosenza scrivono a Babbo Natale

copertina libro voglio un orso
18 dic 2012

Circa 200 letterine, scelte tra le mille imbucate nel dicembre 2011, esattamente un anno fa, nelle cassette postali di Babbo Natale dislocate in città e nelle scuole primarie di Cosenza. Ora quelle lettere sono state racchiuse in un libro che nel titolo cita l’incipit di una di esse: “Voglio un orso”.
Il libro, edito da Rubbettino, è stato fortemente voluto dall’Amministrazione comunale guidata dal Sindaco Mario Occhiuto e dall’Assessore alla scuola e alla città a misura di bambino Marina Machì che ne ha curato personalmente l’edizione, insieme alla selezione delle lettere, leggendole una per una, tutte e mille.
Il piccolo, ma prezioso volume offre un meraviglioso e sorprendente spaccato della comunità cosentina, vista con gli occhi dei bambini delle scuole primarie della città che nelle poche righe delle loro lettere avanzano richieste, esprimono desideri, coltivano speranze.
Giovedì 20 dicembre, alle ore 17,00, nello scrigno giallo della Città dei Ragazzi, “Voglio un orso” sarà presentato nel corso di un incontro al quale parteciperanno il Sindaco Mario Occhiuto, l’Assessore alla scuola Marina Machì e l’editore Florindo Rubbettino. Previsti anche gli interventi di Francesco Garritano, docente di ermeneutica filosofica all’Università della Calabria, del giovane scrittore Andrea Amoroso e della scrittrice di fiabe e cantastorie Rosanna Reda.
Il libro “Voglio un orso” sarà in distribuzione, subito dopo la presentazione, in tutte le librerie della città. L’Assessorato alla scuola ne curerà la distribuzione anche in tutte le scuole primarie del territorio.
“Pubblicare le lettere contenute in questo bel libro – scrive nella presentazione al volume il Sindaco Mario Occhiuto – equivale a fornire un primo feed-back, un concreto gesto di vicinanza, anche se nell’impossibilità di una risposta puntuale, a scenari troppo spesso difficili, quali l’emigrazione, la disoccupazione, la povertà, l’handicap. Nella palese difficoltà della vita quotidiana, però, non viene meno una luce. Di buon senso, umorismo, intelligenza. Le lettere a Babbo Natale – scrive ancora il Sindaco Occhiuto – sono il modo più semplice per mantenere la memoria dei natali passati, da quelli della nostra fanciullezza a quelli più recenti. Una città bella – conclude Occhiuto – è una città a misura di bambino, una città inclusiva, solidale. La città in cui tutti vorremmo veder crescere i nostri figli. Queste lettere ci ricordano che la bellezza è semplicità e che la semplicità, talvolta, porta la gioia.”
Alla presentazione del Sindaco, nel libro, segue l’introduzione dell’Assessore Marina Machì.
“Quando vengono lasciati liberi di scrivere – afferma la Machì – i bambini sono capaci di esprimere concetti inimmaginabili e sorprendenti, sia dal punto di vista dei contenuti che sotto il profilo sociologico. E non hanno bisogno di tanti giri di parole, ma vanno subito al sodo o comunque tergiversano poco. Se il desiderio di Ludovica, ad esempio, è quello di avere un cane vero, Pierfrancesco osa molto di più: vuole un orso vero, lo vuole del Polo Nord e scandisce “bianco, tenero, elegante, un orso buono, non cattivo, né neutro” Sembra pleonastico sottolinearne il valore poetico e il fatto che si sia imposto come titolo del libro. I bambini – conclude Marina Machì – twittano senza saperlo. O forse siamo noi adulti che cifriamo i loro desideri con il ritmo del tweet. Questo libro è una macchina desiderante. I bimbi, nonostante tutto conguettano e io me li bacerei tutti (questa frase conclusiva è di 103 caratteri, spazi inclusi).”







 

Autore: Giuseppe Di Donna