Home Page » Canali » Archivi » Notizie » lettura Notizie e Comunicati

Il ciclista ed artista cosentino Pino Faraca ospite della Commissione cultura di Palazzo dei Bruzi

faraca in commissione cultura
26 nov 2012

Quando si parla di Pino Faraca non si sa dove finisce il ciclista e dove inizia l’artista.
Perché in lui le due dimensioni hanno sempre convissuto, rappresentando quasi due universi paralleli.
Da quando un brutto incidente lo portò via anzitempo dal mondo delle corse in bicicletta, non ha più montato le due ruote, ma la bicicletta ha continuato a stare al centro del suo pulsare, anche quello artistico, all’interno del buen retiro che Pino Faraca ha fissato nel centro storico, nel suo studio-galleria d’arte in Vico IV Santa Lucia. E lì che continua a dipingere biciclette, corse e scene dal giro, con la passione di sempre, quella stessa passione che, acclamato beniamino dei suoi orgogliosi concittadini, gli aveva permesso di scalare montagne e di rituffarsi a perdifiato per ripide discese che allungavano il suo sguardo sorpreso sulle valli dei percorsi ciclistici di quel Giro d’Italia di cui sarebbe potuto essere protagonista per tanto tempo ancora.
Non è il caso di rimuginare su un passato che non può più ritornare, ma le sue imprese ciclistiche, da quando indossò la maglia bianca di giovane rivelazione del primo Giro d’Italia cui partecipò sono scolpite nell’immaginario collettivo e sono patrimonio della città di Cosenza che nessuno vuol disperdere.
Mossi da questo intento, i consiglieri comunali della Commissione cultura che ha ospitato Pino Faraca a Palazzo dei Bruzi, più da artista che non da ciclista, ma le due anime non fanno altro che mescolarsi diventando imprescindibili l’una dall’altra, ha rivolto un appello al Sindaco Mario Occhiuto, per far sì che, in occasione del passaggio a Cosenza della prossima edizione del Giro d’Italia, in programma per l’8 maggio del 2013, quando la città dei Bruzi sarà sede di partenza della tappa Cosenza-Matera, la figura di Faraca, il ciclista, ma anche il pittore, venga ricordata adeguatamente, come ambasciatore della città di Cosenza nel resto del Paese per il contributo che il ciclista cosentino ha dato alla corsa rosa più acclamata d’Italia e per quel che continua a dare al ciclismo anche da artista.
L’appello è stato lanciato al Sindaco dal Presidente della Commissione Claudio Nigro e da Mimmo Frammartino, Maria Lucente, Giovanni Quintieri, Massimo Bozzo e Pino Spadafora che hanno con i loro interventi nella seduta che ha ospitato Faraca sostanziato la loro richiesta. Una richiesta corroborata anche dalla presenza del Presidente provinciale del CONI Pino Abate che viaggia sulla stessa lunghezza d’onda e che in dicembre conferirà a Faraca un premio nell’ambito della consueta festa delle stelle dello sport, come quello che la Commissione cultura gli ha appena consegnato.
Frammartino, artefice e relatore della proposta di ospitare a Palazzo dei Bruzi il ciclista ed artista cosentino, richiamando alla memoria le imprese di Pino Faraca negli anni settanta ed ottanta e rileggendo in commissione un vecchio articolo del decano dei giornalisti esperti di due ruote Gino Sala. Nel quale Faraca viene ricordato come passista-scalatore nei professionisti della pedalata, dove rimase dall’81 al 1986. In quegli anni ottenne un sorprendente undicesimo posto nel suo primo Giro d’Italia, piazzamento che gli valse la maglia bianca, portata sulle spalle con orgoglio perché si trattava di un riconoscimento attribuito al miglior neoprofessionista. Il ricordo di Gino Sala, ripreso dal consigliere Frammartino, si spinge più in là, all’81, quando Faraca figurò addirittura tra i ciclisti in odore di nazionale. Il commissario tecnico dell’Italia Alfredo Martini lo aveva selezionato per il “grande salto”, ma a spezzare i sogni di gloria fu la rovinosa caduta nel Giro dell’Appennino. Da probabile campione a comparsa il passo fu breve. L’anticamera dell’addio definitivo alle corse. Quindi, prima il negozio di biciclette che porta il suo nome, poi la galleria d’arte nel centro storico di Cosenza, dove oggi continua a dare sfogo alla sua creatività.
Il rimpianto non è affatto svanito e quando prende la parola in commissione cultura Pino Faraca trattiene a fatica l’emozione. Poi, con grande umiltà ed una sensibilità che pochi possono ancora oggi esibire, prende a raccontare e a raccontarsi.
Di quando, Adriano De Zan indimenticato cronista televisivo della corsa rosa, rimase affascinato dai suoi quadri, al punto di insistere per portarli al Giro d’Italia.
O ancora di quando Ernesto Colnago, famosissimo imprenditore, ex ciclista e costruttore di bici da corsa, gli commissionò di recente un quadro, “Oltre il 2012”, per la Fiera di Milano.
Ora che ha appeso la bici in soffitta e che si dedica esclusivamente all’arte, la sua galleria di corso Telesio è una sorta di sancta santorum zeppa di tele. Non solo ciclismo, ma anche autoritratti ed altri bei quadri dedicati anche al calcio.
Un impasto tra futurismo e cubismo. Alcune di queste apprezzatissime tele sono state invitate a Reggio Emilia alla Fiera dell’Arte internazionale.
Faraca con il suo racconto suscita l’emozione di tutta la commissione cultura, come afferma Maria Lucente. “Occorre celebrare oggi soprattutto l’artista” – sottolinea Giovanni Quintieri. E Massimo Bozzo, che ricorda, appena undicenne, di una cena a casa sua a Donnici, ospite di riguardo il patròn del Giro d’Italia di tutti i tempi Vincenzo Torriani, non ha dubbi nel definire Pino Faraca “la massima espressione dello sport nella città di Cosenza”. Per Pino Spadafora Faraca “non è stato solo un apprezzato anche se sfortunato ciclista, ma una grande persona per la sua modestia e le sue doti umane”.
Un’analisi che ci trova tutti d’accordo e che fa venire in mente i versi della bellissima canzone di Gino Paoli dedicata a Fausto Coppi: “un omino che non ha la faccia da campione, ma con un cuore grande come l'Izoard”, la vetta scalata più volte da Coppi al Tour de France.



 

Autore: Giuseppe Di Donna