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Raffinata, evocativa, spettacolare: arriva al teatro Rendano l'Opera di Pechino.

opera pechino
20 set 2012

Un’occasione, unica ed imperdibile, per assistere ad una forma d’arte che ha una storia di oltre duecento anni e si presenta agli occhi dello spettatore occidentale immutata nel suo fascino, straordinaria nella capacità evocativa, spettacolare nelle acrobazie. È l’Opera di Pechino che al Teatro Rendano arriva – in una breve tournée che tocca solo Catania e Cosenza – con due spettacoli differenti, il 23 e 25 settembre (ore 20.45). Due delle 1400 opere - per lo più leggende cinesi spesso così antiche da non conoscerne l’autore - che fanno il repertorio di una delle maggiori scuole teatrali della Cina.
La prima, “L’Orfano della Famiglia Zhao”, è una storia ambientata nell’antica Cina che racconta un episodio di vendetta tra diverse generazioni. Su ordine dell’imperatore, l’influente e malvagio ufficiale Tu Angu trama contro il ministro Zhao e ne uccide la famiglia eccetto la principessa Zhuang Ji, nuora del ministro, e suo figlio Zhao Wu. La madre affida il bimbo all’amico di famiglia Cheng Ying che, travestitosi da medico, riesce a portarlo via nascondendolo in una scatola di medicine. Venuto a sapere che l’orfano Zhao Wu è l’unico sopravvissuto della famiglia Zhao, Tu Angu minaccia di uccidere tutti i bambini dei territori circostanti a meno che Zhao Wu non venga ritrovato. Per salvare l’orfano e tutti gli altri bambini, Cheng Ying sacrifica il proprio figlio facendo credere a Tu Angu che si tratti di Zhao Wu. Molti anni dopo, Cheng Ying rivela l’accaduto a Zhao Wu, che decide di vendicare la sua famiglia e riesce infine ad assassinare Tu Angu.
La seconda è “La Leggenda del Serpente Bianco”, brano che prende spunto da una leggenda cinese che ha ispirato diverse opere teatrali, film e serie televisive cinesi. La vicenda narra dell’innamoramento del giovane studioso Xu Xian per una bellissima donna, ignaro che dietro alle sue fattezze si celi in realtà un millenario serpente bianco che ha assunto sembianze umane. Un monaco di nome Fahai, invidioso del loro amore, escogita vari piani diabolici per separare la coppia. Superate molte prove e tribolazioni, il serpente bianco e Xu Xian riescono finalmente a riunirsi.
Sintesi di musica, danza, letteratura, arti figurative e arti marziali, l'Opera di Pechino è particolarmente spettacolare nelle scene di combattimento, che richiedono agli attori una grandissima abilità acrobatica e fanno intuire agli spettatori quanto sia lunga e difficile la loro preparazione. Si suole dire che “un minuto di esibizione sul palcoscenico abbia bisogno di dieci anni di esercizi sotto il palcoscenico”. All'Opera, infatti, si entra in giovanissima età (9/10 anni) e vi si rimane per circa dieci anni, con un allenamento quotidiano all’interno di strutture dove i giovani fissano per quel periodo la loro residenza, una sorta di collegio per dirla all’occidentale. Le strutture più importanti si trovano a Beijing, Tianjin e Shanghai.
La tappa cosentina dell’Opera di Pechino si offre come occasione anche ai giovanissimi per i quali la compagnia terrà uno spettacolo, solo per le scuole, lunedì 24 settembre alle ore 11.00.
Due i punti vendita per i biglietti , il cui costo varia dai 5 ai 15 euro: al Botteghino del Rendano (orario 10-13 e 16-19) ed in centro città presso l’agenzia “InPrimaFila” di viale Alimena.
INFO: 0984.813227
PRENOTAZIONI: MAIL: teatrorendano@comune.cosenza.it FAX: 0984.74165

Autore: Annarita Callari