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Sulla fiera di San Giuseppe risoluzione unanime del Consiglio comunale: sì alla dislocazione ma si tutelino i commercianti del centro storico

28 feb 2012

Il Consiglio comunale, presieduto da Luca Morrone, ha dedicato due ore di discussione all’Ordine del Giorno che, su proposta di nove consiglieri della minoranza, era dedicato alla decisione dell’Amministrazione comunale di spostare la Fiera di San Giuseppe, ormai alle porte, dal centro storico a viale Mancini.
Segno che l’evento di inizio Primavera sta molto a cuore ai cosentini e l’assemblea consiliare, che ha negli eletti la massima espressione popolare, si fa portavoce del sentimento di appartenenza che lega i cosentini alla loro fiera.
Così in tutti gli interventi dei consiglieri di minoranza, da Marco Ambrogio (PD) che sottolinea anche la presenza, a sostegno dell’Ordine del Giorno, di circa 500 firme di cittadini del centro storico, a Giuseppe Mazzuca (PSE), da Giovanni Cipparrone (SEL) a Cataldo Savastano (Autonomia e Diritti).
Ma c’è un altro leit motiv negli interventi dei consiglieri di minoranza, ed è il rammarico di una non condivisione, con i consiglieri appunto, delle scelte che l’Amministrazione compie sulla città. Una condivisione che – a detta degli intervenuti – non riguarderebbe soltanto i consiglieri della minoranza.
“Nella riunione della Commissione attività economiche e produttive – evidenziano gli oppositori – abbiamo constatato l’impossibilità del Presidente Raffaele Cesario, capogruppo dell’UDC, partito del Sindaco, a fornirci elementi su questa vicenda semplicemente perché anche lui li disconosceva”.
Sul fronte della maggioranza è Massimo Bozzo il primo a difendere le ragioni dell’Amministrazione. Apprezzando la disponibilità della minoranza, il consigliere dell’UDC smorza i toni parlando di “incomprensioni, naturali in una fase di rodaggio”, anticipando quelle che saranno poi le motivazioni articolate dal Sindaco; la fiera di San Giuseppe si sposta innanzitutto per motivi legati alla incolumità pubblica, ma asseconda anche lo sviluppo longitudinale della città.
Subito dopo Michelangelo Spataro (Scopelliti presidente) parla di un segnale di cambiamento rispetto al quale si dice certo del riscontro positivo che troverà nei cittadini. E mentre Commodaro solleva un interrogativo, “davvero pensate che basti la fiera di San Giuseppe a risollevare il centro storico?”, Lino di Nardo (PDL) afferma che “a volte i cambiamenti vanno fatti. Aldilà dei problemi di sicurezza si deve cambiare per migliorare”.
La replica del Sindaco, Mario Occhiuto, fa definitivamente chiarezza sulla vicenda.
“Ho molto a cuore il centro storico, ci sono nato e vi ho anche stabilito il mio studio professionale – esordisce – mi sta a cuore il suo rilancio economico ed il recupero della parte residenziale, ma per realizzare un’azione amministrativa, aldilà delle sollecitazioni che ci vengono, bisogna avere una idea, trovare le risorse e compiere le procedure”. Il Sindaco ricorda le cose fatte per il centro storico in questi mesi, dagli eventi “perché il centro storico deve saper attrarre investimenti” agli interventi sulla villa vecchia, dalla bonifica dei fiumi, all’attività di servizio per lo spazzamento e la manutenzione. Annuncia ciò che sarà. “Stiamo per appaltare la via degli Artisti. Abbiamo in mente un museo di arte contemporanea, abbiamo ottenuto un primo finanziamento per l’illuminazione artistica del centro storico, 500mila euro. Abbiamo votato in questo Consiglio la zona franca. Abbiamo acquisito alcuni locali destinandoli alle botteghe della solidarietà e sta partendo il progetto dei temporary store. Abbiamo creato un museo nella Casa delle Culture che era abbandonata e riavviato la stagione teatrale. Stiamo pensando ad uno sbocco immobiliare con agevolazioni a chi vuole ristrutturare la propria casa. Quindi, se c’è un’accusa che proprio non ci si può fare è che non pensiamo al centro storico”.
Sulla fiera il Sindaco Occhiuto risponde in primo luogo alla preoccupazione espressa dai consiglieri della minoranza circa il danno economico che lo spostamento della fiera provocherebbe ai commercianti del centro storico. Il primo cittadino esprime una posizione a tutela, che viene poi formalizzata nella risoluzione finale unanimemente proposta e approvata dal Consiglio.
“Ai commercianti del centro storico, che con la fiera avevano la possibilità di fare un giusto guadagno - afferma Occhiuto - diciamo di segnalarsi all’Amministrazione per accoglierli in stand che predisporremo noi. Ma non credo – aggiunge - che la fiera, per come si sviluppava negli ultimi anni, portasse davvero vantaggio al centro storico”.
Il Sindaco arriva così alle motivazioni del trasferimento. La prima, una questione di sicurezza. “Sin dalle prime riunioni del Comitato per la Sicurezza alle quali ho partecipato - riferisce - mi è stato detto che la fiera non poteva più realizzarsi in quel modo perché non c’erano le condizioni minime di sicurezza, non ci sono vie di fuga. Considerazione rafforzata dallo sciame sismico che da mesi si sta verificando, e che ci vede ancora in una fase di allerta. Il nostro dovere è di migliorare le situazioni – aggiunge il Sindaco - considerando una pluralità di punti di vista, ma deve anche cambiare il modo di confrontarsi, che non deve essere velenoso.
Per noi la fiera parte dal centro storico – continua Occhiuto - con attività culturali ed esposizioni artigianali, proprio nel rispetto della vocazione originaria dell’evento, per seguire poi uno sviluppo longitudinale, sul viale Mancini, che permetterà ai cittadini di recarsi in fiera in tranquillità, lasciando la macchina in parcheggi dedicati”.
Infine, non manca un accenno del Sindaco al progetto per piazza Bilotti, tirato in causa dalla minoranza che annuncia il deposito di una richiesta di Consiglio comunale specifico. “Non è semplicemente la riqualificazione di una piazza ma di buona parte del centro cittadino, per un finanziamento di 21 milioni di euro. In sette mesi abbiamo pianificato tutto, dal progetto, interno , fino all’appalto, per non perdere il finanziamento. Entro maggio dovremo stilare il contratto giuridicamente vincolante. Questo significa essere un’Amministrazione del fare”.
 

Autore: Annarita Callari