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La città impara ad ascoltare. Partito lo screening uditivo, frutto della collaborazione tra Asp e Assessorato alla scuola

Assessore Machì
09 feb 2012


E’ partito, in quattro scuole primarie della città di Cosenza, lo screening uditivo, curato dal Centro Audiologico e Foniatrico del Dipartimento di Prevenzione dell’Asp di Cosenza, nella persona della dottoressa Angela Maria D’Amato, e promosso dall’Assessorato alla formazione della coscienza civica e alla scuola, guidato da Marina Machì, nell’ambito del più ampio programma “La città impara ad ascoltare”.
Obiettivo dello screening uditivo è rilevare, prevenire e curare eventuali disturbi di sordità, di apprendimento e del linguaggio che spesso si radicano non solo nel periodo neonatale e nella prima fase pediatrica, ma anche nella stessa età scolastica.
Esso costituisce il momento valutativo e preliminare non solo di un’eventuale fase terapeutica, ma anche di una sana rieducazione all’ascolto.
Lo screening è partito proprio in questi giorni. Per il momento interesserà quattro scuole primarie della città (l’Istituto comprensivo “Spirito Santo”, il I circolo didattico di Via Milelli, il VII circolo didattico di via Popilia e l’Istituto comprensivo “Don Milani” di Via De Rada), ma presto l’esperienza-pilota appena avviata potrebbe essere estesa anche ad altri istituti scolastici.
Tra le priorità c’è anzitutto la necessità di ricercare ed evidenziare, all’interno delle scuole, eventuali deficit uditivi, che potrebbero altrimenti passare inosservati o essere scambiati per disattenzione, e lievi ritardi d’apprendimento e disturbi del linguaggio.
Il programma prevede un incontro con i bambini nelle classi di appartenenza, in modo da rispettare la loro tranquillità. Nel corso di questo incontro sarà aperto con loro un dialogo, sotto forma di gioco, che prevede una visualizzazione degli organi di senso e la loro importanza nel tempo, fino ad arrivare alla funzione uditiva.
“Lo screening uditivo nelle scuole – sottolinea l’Assessore Marina Machì- è un nuovo tassello di quella buona pratica di cittadinanza che abbiamo individuato come cultura dell’ascolto e del riciclo quale filo conduttore del macroprogramma “La città impara ad ascoltare” divulgato, tra l’altro, dal blog: http://abbassareilvolume.blogspot.com, sul quale è visualizzabile anche il calendario dello screening nei diversi plessi scolastici”.
L’attenzione dedicata all’ascolto muove dall’elaborazione di Alfred Tomatis, l’otorino che dedicò le sue ricerche ai rapporti tra orecchio e cervello, il primo che utilizzò Mozart come una sorta di equalizzazione preliminare all’ascolto e all’apprendimento, in particolare delle lingue straniere. Le ricadute sono molteplici: da una diversa interpretazione dei disturbi legati alla scolarità (le difficoltà di lettura rimandano sempre a difficoltà d’ascolto), ai disturbi posturali e dell’età evolutiva.
Poiché le aule scolastiche non sono sempre luoghi pensati per l’apprendimento, in quanto nel migliore dei casi si bada più al profilo acustico dei materiali normalmente impiegati nell’edilizia al fine di isolare gli ambienti dalle fonti di rumore esterno, annettendo, invece, poca importanza all’ascolto in classe, con aule rigorosamente parallele e completamente prive di supporti fonoassorbenti, un secondo momento del programma consisterà nel porre la questione del miglioramento dell’acustica delle aule scolastiche attraverso l’utilizzazione dei materiali di scarto e di riciclo, coinvolgendo direttamente i bambini nella realizzazione di oggetti utili, come grandi sculture-arredo da collocare nelle classi, con funzioni fonoassorbenti.
“La città impara ad ascoltare – conclude l’Assessore - se lo fanno per primi i suoi amministratori. E non è solo una metafora. Per abbassare il volume non si può prescindere dalle condizioni materiali dell’ascolto e innanzitutto da quelle dei bambini delle nostre scuole”









 

Autore: Giuseppe Di Donna