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Giornata della memoria: Assessore Machì partecipa venerdì a cerimonia promossa dall'Istituto Alberghiero per ricordare il sacrificio di Sergio De Simone, uno dei 20 bambini di Bullenhuser Damm

25 gen 2012


La giornata della memoria, così come è stata concepita dagli allievi dell’Istituto Alberghiero “Mancini” di Cosenza, racconterà, venerdì 27 gennaio, una storia singolare. E’ la storia del piccolo Sergio De Simone, un bambino napoletano, nato nel 1937 e deportato ad Auschwitz nel ’44, insieme a sua madre (una donna ebrea nata in Jugoslavia e sposata ad un napoletano imbarcato in Marina).
Ad Auschwitz, dopo essere stato lasciato per breve tempo con la madre, Sergio, insieme ad altri 19 bambini, di varia nazionalità, finì nelle mani di un folle medico, il dottor Joseph Mengele che, tesa loro una trappola, li utilizzò come cavie, al fine di eseguire i suoi esperimenti sulla tubercolosi.
In seguito, con l’arrivo degli alleati, quei venti bambini infettati con bacilli vivi, erano diventati alquanto “scomodi”. Così furono impiccati e cremati in una scuola di Anversa (la scuola di Bullenhuser Damm) affinché non restasse alcuna traccia di ciò che il folle medico aveva fatto su di loro.
A Sergio De Simone l’Istituto Alberghiero “Mancini” di Cosenza, dopo aver appreso la sua storia dalla lettura del libro “Meglio non saperlo” di Titti Marrone, giornalista del “Mattino” di Napoli, ha dedicato, già dal 2008, con l’approvazione dell’Amministrazione comunale, un piccolo giardino della memoria, in uno spazio attiguo alla scuola, in via dell’Autostazione.
E venerdì 27 gennaio gli allievi del “Mancini” ne rinverdiranno il ricordo nel corso di una cerimonia alla quale parteciperà l’Amministrazione comunale con l’Assessore alla formazione della coscienza civica e alla scuola Marina Machì e il dirigente del settore educazione Luigi Bilotto.
Gli studenti dell’Alberghiero prepareranno delle piccole corone di fiori bianchi che, alle ore 12.00, in via dell’Autostazione, saranno deposte sul prato del Giardino “Sergio De Simone”, in attesa che in futuro si possa provvedere anche alla collocazione di una targa in pietra che ricordi la storia del piccolo Sergio e di tutte le vittime della Shoah.




 

Autore: Giuseppe Di Donna